G7: contro la crisi climatica dimezzare le emissioni entro il 2030

Il focus dell'ultima giornata del vertice è sull'ambiente e sulle misure rigorose ma necessarie per contrastare la crisi climatica.

Nella terza e ultima giornata del G7, i leader mondiali riuniti in Cornovaglia si concentrano sull’ambiente e sulle misure da adottare per fronteggiare la crisi climatica.

La mattinata è iniziata con un messaggio di David Attenborough, noto naturalista e divulgatore, secondo il quale noi esseri umani siamo sul punto di ”destabilizzare l’intero pianeta“, in modo irreversibile.

Dal tavolo è poi emersa la necessità di investire in modo importante nella Green Recovery e di adottare misure più rigorose per ridurre le emissioni e frenare il riscaldamento globale.

“Sulla strada per la Cop 26. I partner del G7 stanno firmando un importante impegno congiunto per l’azzeramento delle emissioni nette entro il 2050 (come ultimo termine) e per mantenere alla portata l’aumento della temperatura di 1,5 gradi. Faremo tutto il possibile per attenerci all’1,5%”, ha commentato Ursula Von der Leyen, presidente della Commissione europea.

Tra le misure più urgenti, c’è quella di eliminare gradualmente il ricorso a combustibili fossili dimezzando le emissioni entro il 2030 e di utilizzare tali fonti energetiche solo associate a tecnologie che consentano di catturare le emissioni di carbonio.

Altri punti fondamentali riguardano la riduzione delle emissioni nel settore agricolo, in quello dei trasporti pubblici e privati (dismettendo l’uso di motori a benzina e diesel) e nell’industria, nonché la protezione di almeno il 30% delle terre emerse e dei mari entro il 2030.

È però importante che nella transizione ecologica vengano incluse le nazioni più povere, attraverso incentivi e finanziamenti perché anche i Paesi in via di sviluppo possano smettere di utilizzare combustibili fossili, avere accesso a tecnologie pulite e ad infrastrutture sostenibili. Nei paesi più poveri sono necessari investimenti e attenzione anche per quanto riguarda pesca illegale o intensiva, che inquina le acque marine e minaccia gli ecosistemi.

“Proteggere il nostro pianeta è la cosa più importante che i leader possano fare per la gente. Vi è una relazione diretta fra la riduzione delle emissioni nocive, la salvaguardia della natura, la creazione di posti di lavoro e la garanzia d’una crescita economica a lungo termine. Come nazioni democratiche, abbiamo la responsabilità anche di aiutare i Paesi in via di sviluppo sulla strada di una crescita pulita, e questo G7 rappresenta un’opportunità senza precedenti per guidare il mondo verso una Rivoluzione Industriale Green che abbia il potenziale di trasformare il nostro modo di vivere””, ha dichiarato premier britannico Boris Johnson.

Riuscire a porre rimedio ai danni ambientali compiuti dall’uomo fino a oggi sarà comunque una sfida ambiziosa: sarà necessaria la collaborazione di tutti i Paesi.

Fonti di riferimento: BBC/ANSA

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