Il G7 termina senza alcuna dichiarazione sul clima. Dopo gli accordi Parigi, le ratifiche nazionali, le conferme a Marrakesch, i grandi del mondo non firmano alcuna dichiarazione. Gli Usa frenano, ci ripensano, e tutto si ferma. Anzi, torna indietro
Il termina senza alcuna dichiarazione sul clima. Dopo gli accordi Parigi, le ratifiche nazionali, le conferme a Marrakesch, i grandi del mondo non firmano alcuna dichiarazione. Gli Usa frenano, ci ripensano, e tutto si ferma. Anzi, torna indietro.
Tutto torna indietro come le politiche di investimento energetico, che negli Usa vanno sul carbone, una risorsa di energia obsoleta, pericolosa per l’ambiente e la salute e inutile anche dal punto di vista economico a lungo termine.
Attivisti di Greenpeace hanno portato un termometro gigantesco ai ministri del G7, per “ricordare loro” che la Terra non può più aspettare, come confermano i climatologi, ma anche gli economisti, che ormai ritengono il futuro rinnovabile.
“Il futuro dell’energia in Italia – spiega l’economista Alessandro Marangoni, CEO di Althesys – ci porta a riconsiderare il mix produttivo, che vedrà aumentare ancora le rinnovabili nel contesto di una crescente elettrificazione. Per questo motivo dovranno essere promosse politiche per il rinnovamento degli impianti esistenti e si dovrà tornare a realizzare fotovoltaico utility scale, come Germania e Francia stanno già facendo con le nuove aste. Per raggiungere gli obiettivi al 2030 sarà importante anche il contributo delle piccole installazioni residenziali efficienti, rese sempre più convenienti dal calo dei costi”.
La temperatura sulla Terra infatti non sta aumentando, è già aumentata e continuerà a farlo, anche se da ora tutti i Paesi emettitori di anidride carbonica attuassero davvero gli accordi di Parigi, ci ricordano da anni gli esperti del clima. Allarmi che non sembrano sortire alcun effetto.
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Nel 2015, per la prima volta nella storia umana, la prima volta in 3 milioni di anni, i livelli globali di anidride carbonica hanno superato i limiti di sicurezza e ormai in modo permanente. Un record, ma il 2016 è stato il primo anno in cui il livello di questo gas serra è rimasto in maniera stabile al di sopra di 400 ppm (livello di soglia), e marzo 2017 è stato il secondo più caldo di sempre. Tristi record che continuano a battersi l’un l’altro. A nostro discapito.
Abbiamo raggiunto già un aumento di temperatura di 1.1°C rispetto all’anno di riferimento, il 1860, e mantenere questo aumento entro i 2°C è molto difficile, ancora più difficile entro 1,5°C come auspicava la COP21. Quindi, per chi non crede al riscaldamento globale e ai cambiamenti climatici, risponde direttamente il nostro Pianeta con dati scientifici alla mano.
Gli Usa sono i secondi emettitori di anidride carbonica, appena dopo la Cina che continua a comprare carbone perché costa meno. Se gli Usa frenano è la fine per il clima e per il nostro Pianeta.
E L’Europa?
“É positivo che, di fronte ai dubbi degli Stati Uniti, l’Italia e l’Europa al G7 Energia non abbiano ceduto di un millimetro rispetto agli impegni presi a Parigi” ha dichiarato il nostro Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, che però ammette “Senza l’America, responsabile della maggior parte delle emissioni dei Paesi G7, non può esserci una politica efficace contro il surriscaldamento globale”.
Per saperne di più sulle fonti di energia tradizionali: CARBONE, KILLER DEL CLIMA E DELLA SALUTE. TUTTO QUELLO CHE C’È DA SAPERE
Una situazione che preoccupa molto. Attendiamo ora il G7 Ambiente di giugno a Bologna per verificare se il freno Usa è frutto di dubbi temporanei o di una pericolosa presa di posizione contro le politiche ambientali.