In vista del G20, associazioni e movimenti ambientalisti - tra cui WWF e Fridays for Future - lanciano appelli al leader delle nazioni
In vista del G20, in programma a Roma nelle giornate del 30 e 31 ottobre, associazioni e movimenti ambientalisti – tra cui WWF e Fridays for Future – lanciano appelli al leader delle nazioni per chiedere azioni efficaci per il clima
Domani a Roma inizieranno il lavori del G20, che riunirà i leader delle principali economie mondiali in un summit in cui verranno affrontate questioni cruciali, tra cui la lotta al Covid e alla crisi climatica. Nel corso della due giorni è previsto anche un focus sulla COP26, che si svolgerà a Glasgow dal 31 ottobre al 12 novembre. Ma il timore di tanti è che alla fine il G20 non porti a decisioni concrete e necessarie a difesa del nostro Pianeta e della nostra salute. Siamo stanchi dei bla, bla, bla a cui abbiamo assistito già alla Pre-COP26.
Per evitare che il G20 si riveli l’ennesima presa in giro, diversi movimenti e associazioni ambientaliste – tra cui il WWF e i giovani attivisti di Fridays for Future – hanno voluto lanciare un appello ai leader mondiali.
I 4 obiettivi individuati dal WWF per mettere in atto un “reset verde”
Per preparare il mondo a prevenire e affrontare possibili future pandemie e garantire uno sviluppo sostenibile per tutti, il WWF chiede ai leader che prederanno parte al G20 e alla COP26 di mettere in atto un vero e proprio “reset verde”, includendo nei loro accordi azioni tangibili su Clima e Natura, attraverso 4 sforzi chiave:
- Assicurare impegni climatici ambiziosi (NDCs allineati a 1,5°C e obiettivi di azzeramento delle emissioni a lungo termine), mantenere la promessa dei Paesi sviluppati di aiutare i Paesi vulnerabili con il finanziamento di 100 miliardi di dollari l’anno sino al 2025, iniziare l’uscita dai combustibili fossili, a cominciare dal carbone, fissare una scadenza immediata per l’eliminazione dei sussidi a questi combustibili altamente inquinanti
- Promuovere strumenti finanziari (ad esempio tassonomie verdi) e informazioni sui rischi (divulgazione obbligatoria dei rischi climatici inclusa la divulgazione dei rischi legati alla Natura), che porranno le basi per un mondo equo, rispettoso della natura e del clima
- Ottenere sostegno per impegni forti, efficaci e ambiziosi su scala planetaria coerenti con il “Global Goal for Nature; A Nature Positive World” con cui si chiede di fermare e invertire la curva della perdita di natura entro il 2030
- Adottare azioni specifiche e concrete per tenere in considerazione la Natura e il Clima in tutti i settori dell’economia, compresa la transizione verso modelli di produzione e di consumo e sistemi agricoli e alimentari rispettosi della natura, eliminare la deforestazione, prevenire le estinzioni, proteggere e ripristinare oceani e coste
Le strade da percorrere secondo il movimento dei Fridays for future
Il G20 legittimerà nuove scappatoie per le grandi aziende inquinanti, attraverso cui potersi certificare green senza realmente limitare le proprie emissioni climalteranti. – spiegano i giovani attivisti per il clima del movimento internazionale Fridays for Future – Abbiamo bisogno di soluzioni climatiche reali, decoloniali e socialmente giuste.
Il messaggio che i giovani attivisti lanciano ai rappresentanti del G20 è perentorio: non c’è più tempo per azioni irrisorie e poco efficaci, basta tergiversare e minimizzare il problema.
Secondo il movimento Fridays for Future, queste sono le 5 principali vie da percorrere per salvare il Pianeta:
- Basta energia da fonti fossili (compreso il gas): si continua a parlare solo di uscita dal carbone, senza alcun
accenno all’uscita dal gas per il quale, invece, vengono costruite nuove centrali. Per questo il G20 deve prendere una posizione netta per l’uscita da questa fonte altrettanto fossile e climalterante, anche in previsione della
COP26 - Piani reali di transizione e riconversione ecologica, ora: è inutile proporre false soluzioni come il
biogas, le biomasse o gli impianti di cattura e stoccaggio del carbonio (CCS). Anzi, è dannoso, perché non
solo rallentano la vera transizione, ma fanno pensare che non sia necessario un cambiamento strutturale - Cancellazione del debito dei paesi più poveri: va rinegoziato il debito dei paesi del Sud mondo per
permettergli di agire sulla mitigazione climatica e sociale nel lungo termine - Green Fund a fondo perduto: il Green Fund, ovvero i 100 miliardi che le nazioni storicamente
responsabili delle emissioni si sono impegnati a dare ai Paesi in via di sviluppo, deve essere a fondo
perduto, non un prestito. È un fondo che i Paesi che si sono arricchiti inquinando di più e sfruttando quegli stessi Stati sono tenuti a dare in un’ottica di giustizia climatica, e che dovrebbe essere colmato tagliando i sussidi alle industrie dei combustibili fossili o inquinanti - Chiudere il mercato dei crediti di carbonio: è la Wall Street delle emissioni, dove si scommette sul
carbon budget residuo che segna il punto di non ritorno per l’umanità. Chiediamo di porre fine al mercato
dei crediti del carbonio, che ha permesso alle grandi aziende di continuare ad inquinare in un sistema che
ha alla base compensazioni delle emissioni false e colonialiste, sviluppate sulla pelle dei territori più marginalizzatiI ragazzi del movimento Fridays For Future sono già pronti a scendere per le strade di Roma a far sentire la loro voce ai leader del G20. L’appuntamento è alle 15:00 a Piazzale Ostiense (Metro B Piramide), insieme alle vertenze operaie e del lavoro (come la Gkn, l’Alitalia, la Whirlpool), Extinction Rebellion, reti studentesche, la rete Fuori dal Fossile e i movimenti No Tav, No Triv, per l’acqua pubblica e contro il nucleare, i movimenti femministi e gli zapatisti e le zapatiste del Consiglio Nazionale Indigeno dell’Ezln dal Chiapas.
🔥30 OTTOBRE • GIORNATA NAZIONALE DI MOBILITAZIONE A ROMA🔥Il 30 e 31 Ottobre si riuniranno a Roma governi del #G20, i…
Posted by Fridays For Future Italia on Sunday, October 24, 2021
Seguici su Telegram | Instagram | Facebook | TikTok | Youtube
Fonti: WWF/Fridays for Future
Leggi anche:
- G20: attaccavano uno striscione contro la crisi climatica, fermati gli attivisti che chiedevano azioni concrete
- Pre Cop26: tra bla bla bla e (finta) transizione ecologica, cosa abbiamo capito dal confronto tra Greta Thunberg e Cingolani
- Pre-Cop26: gli allevamenti intensivi sono assenti nel dibattito sul clima (eppure rappresentano un enorme problema per l’ambiente)
- Pre-Cop26 al via: “stop fossili, greenwashing e allevamenti intensivi”, ma nel frattempo il MiTE fa ripartire le trivelle