Ennesimo furto nelle spiagge sarde: turisti fermati con 1,3 kg di conchiglie (ed è sempre più inaccettabile!)

Gli agenti del porto di Olbia hanno fermato una coppia di turisti di Vercelli con 1,3 kg di conchiglie delle spiagge di Badesi in un sacco di plastica

Di recente il fenomeno dei furti di sabbia e conchiglie dalle spiagge sarde è tornato alla ribalta. L’ultimo episodio si è verificato al porto di Olbia, dove una coppia di turisti provenienti dalla provincia di Vercelli è stata fermata mentre tentava di imbarcarsi su un traghetto per Genova.

Gli agenti della sicurezza portuale hanno scoperto che i due avevano raccolto ben 1,3 kg di conchiglie dalle spiagge di Badesi, nel Nord Sardegna. L’ammontare era stato opportunamente nascosto in un sacco di plastica all’interno del loro veicolo. Le conchiglie sono state sequestrate e i trasgressori sono stati multati.

Questi furti hanno ormai assunto proporzioni preoccupanti, mettendo a rischio l’equilibrio ecologico delle coste dell’isola. Le conchiglie, che contribuiscono alla bellezza e alla salute degli ecosistemi marini, vengono sottratte dai turisti come souvenir, causando danni ambientali significativi.

A nulla servono gli appelli e le campagne per fermare il fenomeno

Ogni anno, le spiagge della Sardegna, celebri per la loro sabbia fine e le acque cristalline, attirano migliaia di visitatori. Tuttavia, insieme al turismo, cresce anche il numero di coloro che, spinti dall’idea di portare a casa un ricordo dell’isola, si appropriano di conchiglie e sabbia.

Il problema è stato messo in luce da diverse campagne di sensibilizzazione, tra cui l’iniziativa Riportami al mare” guidata da Geppi Cucciari. La celebre conduttrice televisiva e simbolo della Sardegna aveva recentemente lanciato un appello per combattere il fenomeno.

Con uno spot umoristico realizzato per la Geasar, la società che gestisce l’aeroporto di Olbia, Cucciari aveva invitato i visitatori a non portare via sabbia e conchiglie, suggerendo invece di optare per souvenir gastronomici come il vermentino o il pecorino.

Nel video, Cucciari aveva sottolineato l’assurdità di rubare risorse naturali e aveva enfatizzato quanto fosse più sensato riportare a casa un ricordo culinario piuttosto che danneggiare l’ambiente. Questo non era il primo tentativo della Cucciari di sensibilizzare il pubblico; già nel 2021 era stata protagonista di una campagna simile, invitando i turisti a preservare il patrimonio naturale dell’isola.

Purtroppo, però, questo recente incidente dimostra che, nonostante gli appelli e le campagne di sensibilizzazione, è essenziale continuare a educare i turisti e a rafforzare le misure di controllo per proteggere l’ambiente naturale dell’isola nella speranza che prima o poi fatti del genere smettano di accadere.

Non vuoi perdere le nostre notizie?

Ti potrebbe interessare anche: 

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Facebook