Il prodotto a base di agrumi, quinoa e cocco creato dall’ingegnere Duvanis Herazo Navajas è in grado di ripristinare gli ecosistemi.
Il prodotto biotecnologico a base di agrumi, quinoa e cocco creato dall’ingegnere colombiano Duvanis Herazo Navajas è in grado di ripristinare in circa due settimane fino al 90% degli ecosistemi dopo le fuoriuscite di petrolio.
Le gravi conseguenze per l’ambiente causate dallo sversamento di petrolio possono durare anni colpendo duramente gli ecosistemi. Pulire un disastro ecologico di queste dimensioni non è un compito facile. Le sostanze chimiche a base di solventi che solitamente vengono utilizzate per pulire sono prodotti che hanno un grande impatto ambientale e la loro degradazione è difficile.
Per questo motivo, Duvanis Herazo Navajas, un ingegnere dell’Università Nazionale della Colombia, ha ideato una sostanza biotecnologica basata su agrumi, cocco e quinoa in grado di ripristinare in circa dieci giorni la zona colpita in modo naturale, riducendo fino al 90% l’inquinamento causato dagli sversamenti di idrocarburi nelle fonti d’acqua.
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Una soluzione biodegradabile ispirata alle piante
Preoccupato per gli ecosistemi colpiti dagli idrocarburi, dopo anni di ricerca Herazo ha sviluppato un’invenzione biotecnologica che rappresenta un’alternativa ecologica per mitigare gli impatti negativi causati delle fuoriuscite di petrolio.
“La mia ricerca in biotecnologia ha scoperto che esistono in natura sostanze che trasformano gli idrocarburi in composti più semplici e facilmente degradabili, senza la necessità di ricorrere a prodotti di sintesi chimici disponibili in commercio”, ci spiega l’ingegnere colombiano in un’intervista.
Basandosi sulla capacità di alcune piante di riuscire a produrre naturalmente metaboliti cosiddetti “secondari”, ovvero non essenziali per la loro funzione, ma utili, ad esempio, come meccanismo di difesa; ha creato una formulazione con proprietà tensioattive e solventi con i metaboliti di agrumi, cocco e quinoa, che quando viene a contatto con il petrolio, lo scompone in semplici strutture facendo si che i batteri presenti nell’ambiente possano biodegradarlo o “mangiarlo” rapidamente.
“Questi tensioattivi e solventi naturali sono biodegradabili, quindi non rappresentano una minaccia per l’ambiente”, segnala Herazo.
Il prodotto è stato già messo alla prova con risultati promettenti e incoraggianti, che ne evidenziano il potenziale per diventare un’ottima soluzione al problema degli sversamenti. Nelle prime due occasioni, rispettivamente a dicembre 2019 e novembre 2020, è stato provato in due fuoriuscite di petrolio registrate a Puerto Asís, nel dipartimento colombiano di Putumayo, riuscendo a ripristinare il 90% degli ecosistemi in due settimane.
“Il terzo test è stato nel 2020 in un parco industriale a Bogotà, capitale della Colombia, dove si è verificata una fuoriuscita di idrocarburi in un sistema fognario di acqua piovana. Qui è stato valutato il suo comportamento in acqua a basse temperature, dove l’idrocarburo era emulsionato. Nonostante ciò, i risultati hanno mostrato una degradazione dell’87% in una sola settimana di trattamento”, dichiara Herazo.
Questa è una grande invenzione ma speriamo non sia necessaria, dal momento che l’ideale sarebbe evitare questi devastanti disastri ecologici puntando alla transizione energetica e alla salvaguardia dell’ambiente. Nel frattempo questa alternativa ecologica si dimostra una soluzione valida e sostenibile per ripristinare gli ecosistemi evitando le conseguenze, anche a lungo termine, lasciate dai prodotti chimici solitamente utilizzati.
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