Fukushima, nucleare: raggiunti livelli di radiazioni record

A Fukushima il livello di radiazioni ha raggiunto il picco. A quasi cinque mesi dal terremoto e dal conseguente tsunami che ha messo in ginocchio il Giappone e ha pesantemente danneggiato la centrale nucleare di Fukushima Daiichi, mentre calano i riflettori e l’attenzione internazionale dei media, è la stessa Tokyo Electric Power Co a rilanciare l’allarme dichiarando di aver rilevato il massimo di radiazioni fino ad oggi registrate nella zona colpita.

A Fukushima il livello di radiazioni ha raggiunto il picco. A quasi cinque mesi dal terremoto e dal conseguente tsunami che ha messo in ginocchio il Giappone e ha pesantemente danneggiato la centrale nucleare di Fukushima Daiichi, mentre calano i riflettori e l’attenzione internazionale dei media, è la stessa Tokyo Electric Power Co a rilanciare l’allarme dichiarando di aver rilevato il massimo di radiazioni fino ad oggi registrate nella zona colpita.

In particolare, stando a quanto affermato dalla Tepco nella serata di ieri, i livelli record di radiazioni sarebbero stati registrati nei detriti accumulati in un tubo di scarico tra i reattori 1 e 2 della centrale di Fukushima Daiichi, pari ad almeno 10 millisievert all’ora.

Le radiazioni, a quanto pare sarebbero, dunque, triplicate: fino ad oggi, infatti, i massimi livelli registrati risalivano al 3 giugno, con 3-4 millisieverts all’ora dentro il reattore 1. A seguito della rilevazione effettuata da tre operai nel pomeriggio di ieri, l’intera zona è stata dichiarata off-limits.

Aumenta la contaminazione alimentare

L’agenzia Kyodo News ha fatto sapere che 14 governi locali disporranno i controlli anche sul riso raccolto, alimento base della cultura giapponese, per verificare eventuali contaminazioni da cesio radioattivo. Lo stesso ministero dell’Agricoltura chiederà alle prefetture a nord e a est del Giappone di esaminare il riso di produzione locale poco prima e subito dopo il raccolto. Se il riso dovesse risultare contaminato con livelli di cesio superiori al limite ufficiale di 500 becquerel per chilogrammo, il ministero potrebbe vietarne la spedizione nel resto del Paese e all’estero.

Anche perché le autorità hanno già rilevato livelli eccessivi di radioazioni nella carne, nella verdura, nel pesce e nel latte. Per questo ieri Tokio ha ordinato al governo della prefettura di Iwate di sospendere le spedizioni di carne bovina dopo che livelli di cesio radioattivo al di sopra del limite ufficiale erano state rilevate nelle carni di sei mucche. Mucche alimentate da fieno che era stato lasciato all’aperto durante la crisi nucleare.

Tokyo, come ricorderete, aveva già ordinato alle prefetture di Fukushima e Miyagi di fermare le spedizioni di tutti i bovini e la messa al bando della carne radioattiva. A queste, dunque, si aggiunge la prefettura di Iwate che offre circa 36.000 animali all’anno e si prospetta inoltre il divieto di spedizione anche alla prefettura di Tochigi dovo le autorità stanno valutando l’emissione di un ordine simile dopo che anche qui è stato trovato cesio radioattivo nelle carni.

Continuano i programmi di messa in sicurezza

Nel frattempo per limitare i danni ormai incalcolabili il governo giapponese e la Tepco hanno confermato l’obiettivo di centrare “l’arresto a freddo” dei reattori danneggiati entro metà gennaio del 2012 dopo aver ridotto gradualmente la temperatura del combustibile tentando la carte dell’avvio del sistema di raffreddamento stabile. La Tepco ha inoltre spiegato che a fine del 2011 inizierà a costruire una muraglia di 800 metri di lunghezza e profonda 20 tra i reattori 1, 2, 3 e 4 per evitare che l’acqua contaminata finisca in mare. L’opera dovrebbe essere completata in due anni, mentre il suo progetto dovrebbe essere già pronto alla fine di agosto quando si entrerà ufficialmente nella fase due della messa in sicurezza.

Intanto però le radiazioni continuano a propagarsi nel terrno, nell’aria, nel mare entrando prepotentemente nella catena alimentare di mezzo mondo.

Simona Falasca

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