Ancora guai a Fukushima. Nella centrale danneggiata dal sisma del Giappone, lo scorso venerdì 5 aprile c'è stata una nuova perdita di acqua radioattiva. Secondo la Tepco, società che gestisce gli impianti, la perdita potrebbe essere stata di 120 tonnellate di acqua contaminata, uscita fuori da un altro dei sette serbatoi sotterranei utilizzati all'indomani dei danni inflitti dallo tsunami del marzo 2011 alla centrale nucleare nipponica
Ancora guai a Fukushima. Nella centrale danneggiata dal sisma del Giappone, lo scorso venerdì 5 aprile c’è stata una nuova perdita di acqua radioattiva. Secondo la Tepco, società che gestisce gli impianti, la perdita potrebbe essere stata di 120 tonnellate di acqua contaminata, uscita fuori da un altro dei sette serbatoi sotterranei utilizzati all’indomani dei danni inflitti dallo tsunami del marzo 2011 alla centrale nucleare nipponica.
Tuttavia, secondo la Tepco è improbabile che l’acqua contaminata arrivi fino al mare. Tutto comincia il 3 aprile, quando nei pressi del serbatoio sotterraneo n° 2 installato all’interno del sito della centrale vengono rilevate delle radiazioni a seguito di analisi dell’acqua accumulata tra lo strato esterno del serbatoio e la terra. Il 5 aprile, sono state rilevate radiazioni ancora più all’esterno.
Allora è scattato l’allarme, ma fin da subito la Tepco ha rassicurato sulla possibile contaminazione delle acque marine dell’area: “Considerando che non c’è fosso di scarico nella zona circostante, si ritiene che non vi sia alcuna possibilità di fuoriuscita dell’acqua fino al mare”. All’alba di sabato 6 aprile, la Tepco ha iniziato a trasferire l’acqua immagazzinata nel serbatoio sotterraneo 2 al serbatoio 1 utilizzando una pompa permanente, stimando nel frattempo la dose di radiazioni legate alla fuoriuscita dell’acqua: “I dettagli sono attualmente in fase di studio” precisa con un comunicato.
Le perdite si sono verificate a causa di due recenti problemi ai sistemi di raffreddamento dei reattori, che generano l’acqua contaminata. Ogni giorno, vengono prodotte circa 400 tonnellate di acqua contaminata durante le operazioni di raffreddamento necessarie. Mentre il cesio radioattivo viene rimosso dall’acqua dopo l’uso, altri materiali radioattivi rimangono al suo interno. Per questo Tepco immagazzina l’acqua radioattiva in vasche e piscine. Ma manca ancora una soluzione a lungo termine per decontaminarla.
Francesca Mancuso
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