I lavori di smantellamento della centrale di Fukushima potrebbero subire ritardi. Rilevati alti livelli di radioattività in uno dei reattori
La delicata operazione di smantellamento dell’impianto nucleare di Fukushima potrebbe subire ulteriori ritardi. Qualche giorno fa, in uno dei reattori della centrale tristemente nota alle cronache per il disastro del 2011 sono state rilevate livelli di contaminazione radioattiva ancora alte, equivalenti a quelle del combustibile nucleare fuso.
A renderlo noto è stata la Nuclear Regulation Authority (NRA) del Giappone che ha fatto sapere che dal monitoraggio del 9 settembre è emerso che le radiazioni del reattore n.2 erano pari a 1,2 Sievert all’ora, un livello decisamente superiore a quello ipotizzato.
Intanto la Tokyo Electric Power (TEPCO), operatore della centrale giapponese, prevede di inserire un braccio robotico nella nave di contenimento del reattore n. 2 intorno alla seconda metà del 2022 per recuperare pezzi di combustibile nucleare fuso.
“Valuteremo cosa possiamo fare durante il processo sulla base del rilevamento della concentrazione di contaminazione” ha spiegato un funzionario della TEPCO.
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Il coperchio rotondo in cemento, chiamato tappo di schermatura, ha un diametro di 12 metri e uno spessore di circa 60 centimetri. Questo tappo di schermatura è costituito da tre coperchi (ciascuno dal peso di 150 tonnellate) posti uno sopra l’altro per bloccare le radiazioni estremamente elevate emanate dal nocciolo del reattore. A seguito del disastro nucleare del marzo 2011 provocato dal violento terremoto che ha colpito il Giappone, un’enorme quantità di cesio radioattivo è rimasta tra il coperchio superiore e il coperchio centrale del reattore 2.
Prima dell’ultimo monitoraggio di settembre, l’NRA aveva stimato livelli di radioattività più bassi, ma quelli rilevati potrebbero essere letali per l’uomo in caso di esposizione prolungata di circa un’ora. Per questo sarà necessario prendere più tempo prima di procedere con i lavori di smantellamento dei reattori che dureranno circa 40 anni. Intanto qualche mese fa il governo giapponese ha annunciato la decisione di sversare le acque radioattive della centrale (sottoposte ad un apposito trattamento) nelle acque dell’Oceano Pacifico a partire dal 2023. Ma per farlo la Tepco prevede di costruire un tunnel sottomarino lungo circa un chilometro, che andrà à ad impattare inevitabilmente l’ecosistema marino.
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Fonti: The Asashi Shimbun/TEPCO
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