Fukushima: sono trascorsi 11 anni dal disastro nucleare, ma ce ne vorranno altri 30 per mettere in sicurezza la centrale

Era l'11 marzo 2011, ore 14.46 (6.46 ora italiana), quando il violento terremoto sconvolse per sempre la vita degli abitanti di Fukushima, danneggiando la centrale nucleare. A distanza di 11 anni dalla tragedia, le conseguenze sono ancora tantissime e fanno paura. E per mettere in sicurezza l'impianto serviranno altri 3 decenni.

La terra trema, è il panico. Suonano gli allarmi, si teme l’arrivo di uno tsunami.  È pomeriggio ma sembrano calare le tenebre, c’è chi fugge, chi suo malgrado non ce la fa e rimane intrappolato tra le macerie della propria casa. Poi accade. Dal mare arriva una imponente onda. Ed è la fine. L’acqua invade la centrale nucleare di Fukushima e in un battito d’ali distrugge i gruppi di generazione diesel-elettrici di emergenza che alimentavano i sistemi di raffreddamento dei reattori 1, 2 e 3. Sono già passati 10 anni ma ancora il Giappone piange le proprie vittime.

Era l’11 marzo 2011, ore 14.46 (6.46 ora italiana) quando il violento terremoto sconvolse per sempre la vita degli abitanti della Prefettura di Fukushima, generando uno dei disastri nucleari più gravi della storia.

Fukushima 10 anni

©Foto Ansa

Ci vorranno altri 30 anni per rendere sicura la centrale

Ma non basterà un minuto di silenzio in ricordo delle 15.000 persone persone morte a seguito del potente terremoto, nelle menti degli abitanti risuona ancora l’eco delle sirene, del frastuono, dei crolli, delle urla. Sono passati già 11 anni ma purtroppo a Fukushima la situazione resta drammatica. Ancora oggi gli abitanti hanno paura, non vogliono rientrare nelle proprie case nonostante il sostegno economico fornito dal Governo. Non a torto visto che, nonostante le rassicurazioni, i livelli di radiazioni sono ancora fin troppo elevati e molto pericolosi per la salute umana. Qualcuno, per amore degli animali, ha deciso di restare mettendo a rischio la propria vita come Sakae, che sta salvando i gatti della sua zona. O ancora l’allevatore che non ha mai smesso di prendersi cura delle sue mucche.

Saranno necessari ancora 30 anni e qualcosa come 76 miliardi di dollari, secondo le stime di Tepco, per mettere in sicurezza la centrale.

I lavori per la messa in sicurezza della centrale vanno a rilento. L’anno scorso è stato finalmente rimosso tutto il combustibile nucleare contenuto nelle vasche di contenimento del reattore n° 3, ma la strada da fare è lunga, lunghissima. Bisognerà attenderà la primavera del 2023 per iniziare le operazioni di sversamento della acque della centrale, che verranno rilasciate nell’Oceano Pacifico. Per smaltire correttamente 1,25 milioni di tonnellate di acqua (usate per raffreddare i reattori danneggiati dall’incidente), appositamente trattata e stoccata in migliaia di cisterne nell’impianto, sarà necessario costruire un tunnel sottomarino che avrà in qualche modo un impatto sull’ecosistema oceanico.

Al piano si sono opposti con determinazione i residenti locali e la comunità dei pescatori, oltre ad alcune organizzazioni ambientaliste (Greenpeace in primis) e ai Paesi vicini, tra cui Cina e Corea del Sud. Ma a nulla sono valse le proteste.

Sono passati 11 anni, si continuano a piangere le vittime ma la minaccia del nucleare incombe ancora e lo farà per altri 3 decenni.

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