In Myanmar crolla una cava di giada uccidendo circa 50 persone. E la colpa è anche della deforestazione e dell'assenza degli alberi
In Myanmar crolla una cava di giada uccidendo circa 50 persone. La frana provocata dalle forti piogge ha causato il crollo, uccidendo i lavoratori. Oltre 200 i dispersi. E la colpa è anche della deforestazione e dell’assenza degli alberi capaci di trattenere il suolo.
Nel Myanmar si scava nel fango, anche a mano, per cercare eventuali persone ancora in vita anche se col passare delle ore le speranze sono sempre meno. Alle 8 del mattino ora locale, la frana ha travolto la cava. La miniera si trova nel distretto di Hpakant, nello stato di Kachin, ed è ben nota per la sua ricchezza di giada.
A confermarlo è stato anche il dipartimento dei vigili del fuoco del Myanmar che sui social media ha pubblicato le impressionanti immagini del crollo.
https://www.facebook.com/fsd.gov.mm/posts/2832846326855422
Da giorni piogge abbondanti si sono abbattute nell’area e purtroppo non c’erano più alberi a limitare i danni visto che tutta la zona è stata presa d’assalto dalla deforestazione selvaggia.
All’inizio del 2020, alcune foto satellitari avevano permesso di scoprire che gli alberi dell’area delle miniere erano stati tagliati, complice anche la decennale mancanza di regolamentazione dello sfruttamento minerario.
A poco erano valse le proteste di alcuni gruppi ambientalisti e oggi decine di persone innocenti ne stanno pagando le conseguenze. Purtroppo non è il primo incidente che si verifica alle cave di giada del Myanmar. Era già accaduto esattamente nell’aprile 2019 e anche due anni fa, il 14 luglio 2018 quando decine di persone erano state uccide dai crolli provocati dalle piogge monsoniche e amplificati proprio dalla deforestazione.
Andando ancora più indietro, nel 2015 un altro crollo aveva fatto 116 vittime. Alla base vi sono anche gli scavi profondi e a cielo aperto che creano bacini. Questi ultimi vengono riempiti d’acqua durante la stagione dei monsoni finendo per crollare provocando frane.
Sono ancora in corso le operazioni di ricerca e salvataggio, finora sono 50 i corpi senza vita estratti dalla miniera sommersa dal fango.
La giada è un minerale verde di grande valore utilizzato per creare gioielli. Si stima che il Myanmar possa estrarne fino al 70% della richiesta mondiale. Si tratta di una delle esportazioni più redditizie del Myanmar pari a miliardi di euro e alimentata in gran parte dalla domanda della Cina. Global Witness, un’organizzazione no profit dedicata alle indagini sulla corruzione e gli abusi ambientali, ha stimato che l’industria della giada valeva circa 31 miliardi di dollari nel 2014, quasi la metà del PIL ufficiale del paese quell’anno.
I numeri esatti non sono noti visto che l’industria non è regolamentata, ma il Natural Resource Governance Institute ha classificato il settore delle gemme del Myanmar come uno dei più oscuri al mondo. L’industria è stata a lungo afflitta da accuse di corruzione e illeciti, con profitti che affluivano ai gruppi armati e alle élite politiche contribuendo ad alimentare il conflitto di lunga data nel nord del paese.
Fonti di riferimento: globalnewlightofmyanmar, Myanmar Fire Services Department, 9news
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