Anche Romania, terra delle ultime foreste primitive d’Europa, c’è la mano lunga della criminalità, quella che toglie e vende legna a qualunque prezzo.
Deforestazione, interessi economici illegali, guardie forestali assassinate, siamo in Amazzonia? No, ma molto più vicino, poco al di là dei nostri confini: in Romania, terra delle ultime foreste primitive d’Europa, casa di orsi, lupi, linci e gatti selvatici. Anche qui c’è la mano lunga della criminalità, quella che toglie e vende legna a qualunque prezzo. E poco se ne parla.
Due ranger uccisi negli ultimi tre mesi e una lunga escalation di intimidazioni e di ostracismo ostinato, in un crescendo di tangenti e violenze inaudite contro guardie, volontari delle Ong, ambientalisti e popolazione locale. Sembra un racconto firmato Bolsonaro, per quanto siamo abituati, ma non tutti sanno che anche questo Paese, membro dell’Unione europea e della Nato, si macchia di questo.
Di cosa? Ebbene, il furto di legname è una furfanteria molto comune anche in gran parte della Romania rurale. Il disboscamento indiscriminato è paradossalmente una delle principali fonti di reddito per molte fasce della popolazione rumena, complici per anni autorità e istituzioni che hanno chiuso entrambi gli occhi su quel commercio illegale.
Un illegal trade che non si ferma ad esso stesso: qui la violenza e l’intimidazione contro coloro che si oppongono sono diventate pane quotidiano. Dal 2014, sei ranger forestali sono stati uccisi e si sono registrati 184 casi di violenza contro di loro.
Ma pare che nell’ultimo anno sia diventato più difficile la vita dei taglialegna criminali, in parte grazie una timida repressione del governo. Man mano che i profitti diventano più difficili da ottenere, le cose si sono fatte più complicate.
Il nuovo governo, liberal ed europeista, avrebbe infatti messo a punto delle leggi d’emergenza e approvato una norma che consente a tutte le guardie di trasportare armi. E non solo: una nuova app permette a tutti di controllare le targhe dei camion che trasportano legname e vedere se hanno un permesso per il legno che stanno trasportando. I grandi e sfacciati tagli illegali di qualche anno fa sono ora molto più difficili da realizzare.
Tuttavia, da un rapporto di Greenpeace Romania commissionato dal governo emerge che ancora ogni anno 20 milioni di metri cubi di legname scompaiono dalle foreste, un numero maggiore della quantità totale di disboscamento legale, indicando sia un enorme buco nel bilancio del governo sia un potenziale disastro climatico.
Posted by Greenpeace Romania on Saturday, December 7, 2019
“La situazione è fuori dal controllo delle autorità centrali. Non sanno cosa sta succedendo in queste foreste. Non usano immagini satellitari, non usano strumenti intelligenti”, dice Ciprian Găluşcă, di Greenpeace Romania.
Di fatto 20milioni di metri cubi in un anno significa più del totale del legname tagliato e lavorato legalmente. Una perdita enorme per l’ambiente e per il nostro clima, ma anche per l’economia di uno dei maggiori Paesi dei Balcani, anche e soprattutto considerando in fatto che a volte le percentuali di disboscamento illegali sono ancora più alte.
“Abbiamo assistito al taglio, carico e trasporto di 2400 metri cubi di legname in una zona dove ufficialmente le autorità avevano permesso un disboscamento pari ad appena 600 metri cubi. I capi delle grandi ditte del legno erano fianco a fianco con i governanti locali”, racconta Gheorghe Oblezniuc, guardia forestale nell’area di Suceava.
E non solo. Al di là di quei numeri, ce n’è uno piccolo ma denso di significato: secondo il rapporto, solo l’1% del legno totale che scompare senza i documenti viene acquisito dalle autorità. Le autorità di controllo cioè, rilevano soltanto l’1% del disboscamento illegale totale che ha luogo in Romania, quindi circa 200.000 m3 dei 20 milioni di metri cubi di legno che scompaiono ogni anno senza documenti (tra il 2008 e il 2012, le stime ufficiali indicavano 8,8 milioni di m3 sfruttati illegalmente).
Piccoli passi Greenpeace Romania li sta facendo: Costel Alexe, il nuovo ministro dell’Ambiente, pare abbia infatti dichiarato che da quest’anno un GPS sarà montato su tutti i camion che trasportano legno e le immagini satellitari saranno aggiornate ogni due settimane.
Abbiamo bisogno di una gestione forestale sostenibile, c’è poco da girarci intorno. Possiamo ancora trasformare la nostra traiettoria prima che i cambiamenti climatici ci trovino completamente impreparati, prima che lo stato delle foreste si deteriori irrimediabilmente e perda gli ecosistemi vitali per tutti noi.
Leggi anche: