I nonni abbracciano gli alberi della foresta di Akbelen, contro la miniera di carbone

I locali non si arrenderanno e combatteranno in ogni modo contro l’abbattimento degli alberi della foresta di Akbelen, in Turchia

Tutti abbiamo gli occhi puntati su Rodi e sugli incendi che stanno devastando il Sud Italia ma, sempre nel Mar Mediterraneo, la mano dell’uomo sta provocando una devastazione di alberi per produrre carbone. Ci troviamo per la precisione in Turchia.

Qui gli abitanti della foresta di Akbelen, compresi i più anziani, stanno cercando di fare il possibile per proteggerla dal disboscamento, ma in cambio hanno ricevuto il lancio di gas lacrimogeni. Per due anni, gli abitanti della regione di Muğla hanno tenuto sotto controllo 780 acri di bosco dove la società turca YK Energy sta cercando di espandere la sua miniera di carbone.

Nonostante la causa in corso sul sito vicino alla città di İkizköy, tutto è andato perduto lunedì 24 luglio quando sono entrati in azione gli operai addetti allo sgombero dei boschi, dando vita a giorni di scontri feroci tra manifestanti e polizia.

Abbattuti otto villaggi per costruire miniere di carbone

Una situazione impensabile visto cosa sta succedendo in Europa e nel resto del mondo. Eppure c’è chi si volta dall’altra parte come chi ha permesso ad un’azienda di distruggere una foresta – ovvero uno dei nostri più importanti “pozzi” di anidride carbonica – per espandere una miniera di carbone.

Sono persino stati dispiegati veicoli blindati e forze di sicurezza per impedire ai manifestanti di entrare nella foresta. La Beyond Fossil Fuels sostiene che gli attivisti siano stati colpiti con “raffiche di manganelli e gas lacrimogeni” dalla gendarmeria turca armata di scudi antisommossa e cannoni ad acqua. Alcuni di questi sono anche stati ricoverati in ospedale ed altri 14 arrestati.

Muğla vive “sotto la morsa” di tre centrali elettriche – Yatağan, Kemerköy, Yeniköy – da 40 anni. Secondo un rapporto dell’ONG Climate Action Network Europe, negli ultimi 35 anni sono stati abbattuti otto villaggi per costruire miniere di carbone destinate a rifornire le centrali.

Per mantenere in funzione gli ultimi due impianti, YK Energy ritiene indispensabile che le riserve di lignite (ovvero carbone bruno) sotto la foresta di Akbelen siano estratte. Dato che le centrali sono state costruite per funzionare con le proprietà chimiche delle riserve di carbone locali, l’azienda afferma che solo questo carbone può essere utilizzato altrimenti la produzione terminerà nel 2024.

Una lunga battaglia in tribunale

Nel 2020, il ministero delle Foreste ha concesso a YK Energy il permesso di espandere la miniera a cielo aperto in 780 acri di foresta nell’area di Akbelen. Una situazione a cui le comunità locali si sono opposte, intentando una causa.

Tuttavia, incuranti del procedimento in corso, nel luglio del 2021, gli operatori forestali che lavorano per conto di YK Energy sono entrati in azione e hanno abbattuto 30 alberi. Questo ha spinto la popolazione locale a vegliare 24 ore su 24, 7 giorni su 7.

Nell’agosto 2021 il primo tribunale amministrativo di Muğla ha stabilito che non si sarebbero potute effettuare ulteriori operazioni di sgombero finché non si fosse pronunciato sulla causa. Tutto sembrava volgere al meglio, ma nel novembre 2022 una relazione di esperti nominati dal tribunale ha stabilito che la foresta era adatta all’attività estrattiva e quindi il blocco temporaneo del taglio degli alberi è stato revocato.

Tuttavia, la YK Energy non si è mossa subito. Solamente la scorsa settimana sono iniziati i nuovi lavori di bonifica e gli abitanti del luogo stanno nuovamente protestando veemente, anche davanti al tribunale amministrativo di Muğla.

Se la deforestazione continuerà, presto la foresta di Akbelen sarà completamente distrutta. Uno scenario che gli attivisti e i locali vogliono evitare ad ogni costo. Non intendono infatti rinunciare ai loro campi e alle loro terre, con gli alberi che li hanno sempre nutriti fornendo loro l’acqua che li nutre. Una battaglia purtroppo dimenticata che stanno combattendo lontano dai riflettori, ma essenziale per tutti noi e per il nostro futuro.

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