Glifosato, pesticidi e interferenti endocrini nel fiume Po: il nuovo rapporto Ispra

Quanto sono inquinati i nostri fiumi e quali sostanze permangono nelle loro acque più del dovuto? L’Ispra si è occupata delle sostanze pericolose per la salute e per l’ambiente che contaminano il fiume Po.

Quanto sono inquinati i nostri fiumi e quali sostanze permangono nelle loro acque più del dovuto? L’Ispra si è occupata delle sostanze pericolose per la salute e per l’ambiente, come il glifosato, che contaminano il fiume Po.

Il nuovo rapporto Ispra parla soprattutto di interferenti endocrini e di pesticidi, sostanze utilizzate comunemente in agricoltura che possono impiegare anni per scomparire dalle acque dei fiumi.

L’Ispra sottolinea purtroppo che per alcune sostanze considerate “estremamente preoccupanti” non c’è una soglia di sicurezza per la salute e per l’ambiente: si tratta delle sostanze cancerogene, mutagene e tossiche per la riproduzione (CMR), delle sostanze persistenti, bioaccumulabili e tossiche e, infine, degli interferenti endocrini.

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Atrazina nel fiume Po

L’atrazina, un erbicida, è tra le sostanze che inquinano il fiume Po ed è un interferente endocrino.

Anche se alcune sostanze sono state messe al bando da anni, sono ancora presenti nelle acque superficiali, come sta avvenendo nel caso del fiume Po.

L’atrazina è bandita da 25 anni ed è ancora rilevata, anche se in basse concentrazioni, nei fiumi e nelle acque sotterranee: ci vogliono 8 anni affinché la concentrazione della sostanza nel fiume Po si dimezzi; nelle acque sotterranee del Bacino, invece, l’atrazina rimane stabile e a livelli circa 4 volte più alti rispetto ai corsi d’acqua.

Il motivo è molto semplice: nelle acque sotterranee vengono a mancare quasi del tutto i meccanismi di degradazione e la concentrazione evolve con i tempi di ricambio estremamente lenti delle falde.

Secondo l’Ispra, i rischi legati ai pesticidi e al loro accumulo nelle acque fluviali sono ancora sottostimati.

Il monitoraggio dell’Ispra sul fiume Po è iniziato nel 2003 e ora ha portato alla pubblicazione del rapporto “Sostenibilità ambientale dell’uso dei pesticidi – il Bacino del Po”.

Gli esperti dell’Istituto hanno studiato l’evoluzione della contaminazione da pesticidi nel bacino del fiume Po, il più importante d’Italia per dimensione e per concentrazione delle attività umane.

È stata analizzata la presenza nel fiume e nelle acque sotterranee di alcuni erbicidi non più usati da anni (atrazina, simazina, alaclor) dimostrando che le sostanze possono persistere nell’ambiente più di quanto stimato in fase di autorizzazione.

Glifosato nel fiume Po

Si tratta di un dato che dovrebbe farci riflettere, soprattutto ora che l’Unione Europea sta valutando se mettere al bando o prolungare l’autorizzazione per il glifosato, un erbicida classificato dallo Iarc come probabilmente cancerogeno per l’uomo il cui utilizzo giova solo alle tasche di chi lo produce, considerando che si tratta del prodotto contro le erbacce più utilizzato in Europa e nel mondo.

Il glifosato è presente tra le sostanze che inquinano le acque superficiali del fiume Po secondo i dati dell’Ispra.

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Al momento il principale contaminante del bacino del Po è la terbutilazina. Nel 2014, la sostanza è risultata presente nel 42,9% dei punti di monitoraggio delle acque superficiali e nel 5,4% di quelli delle acque sotterranee. Analoga diffusione si ha per il metabolita desetil-tebutilazina. È necessario inoltre considerare, come ricorda l’Ispra, che nelle acque sono presenti miscele di sostanze diverse.

Pesticidi, i limiti di legge non bastano!

Le conclusioni dell’Ispra fanno riflettere. Secondo l’istituto infatti, la sostenibilità dell’uso dei pesticidi non può basarsi semplicemente sul rispetto di determinati limiti di legge, ma deve considerare la capacità degli ecosistemi di rispondere ai fattori di stress antropici e di ripristinare le condizioni precedenti, o almeno condizioni ecologicamente sostenibili, in una vera e propria resilienza.

Scarica qui il rapporto Ispra sull’inquinamento del fiume Po.

Partecipa alla campagna #StopGlyphosate per mettere al bando il glifosato in Europa.

Marta Albè

Fonte foto: Città di Cremona

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