Vendita illegale di foresta amazzonica su Marketplace, Facebook prova ad arginare vietando annunci di terreni protetti

Facebook prova a fermare la compravendita illegale di porzioni della foresta amazzonica sul proprio Marketplace

Alcuni mesi dopo l’inchiesta shock della BBC, Facebook prova a fermare la compravendita illegale di porzioni della foresta amazzonica sul proprio Marketplace. Ma secondo gli ambientalisti l’impegno preso non basta

Lo scorso venerdì il gigante dei social network Facebook ha annunciato tolleranza zero nei confronti di chi vende illegalmente porzioni della foresta amazzonica attraverso il social. Il provvedimento arriva alcuni mesi dopo un’inchiesta condotta dalla BBC e diffusa all’inizio di quest’anno nel documentario Selling the Amazon: secondo l’emittente inglese, il Marketplace di Facebook viene usato per la vendita di territori protetti – inclusi i territori degli indigeni e le riserve naturali.

L’inchiesta aveva provocato all’epoca un’inquisitoria della Corte Suprema Brasiliana, ma il social di Mark Zuckerberg aveva dichiarato di non voler prendere provvedimenti sulla questione. Ora invece la musica sembra essere cambiata: non è chiaro cosa abbia provocato il cambio di rotta da parte del social, ma nel post pubblicato la scorsa settimana sembra evidente un nuovo impegno nei confronti dell’ambiente.

Siamo impegnati nella sostenibilità e nel proteggere il territorio. Oggi annunciamo nuove misure per limitare la vendita di aree protette all’interno della foresta amazzonica su Facebook Marketplace – si legge nell’annuncio. – Stiamo modificando la nostra politica commerciale per proibire esplicitamente la vendita o l’acquisto di terreni di ogni tipo all’interno di aree protette attraverso tutti i nostri prodotti commerciali su Facebook, Instagram e WhatsApp.

Questi sono i primi passi che Facebook sta compiendo in questo ambito e, insieme ad altre iniziative, continueremo a lavorare per evitare che gli utenti aggirino le nostre regole: la vendita delle aree protette avviene anche su altre piattaforme, nonché offline, ma noi ce la stiamo mettendo tutta per continuare a lavorare con partner rispettosi dell’ambiente e con le autorità per trattare il tema sulle nostre apps nel miglior modo possibile.

Facebook ha annunciato uno studio dei database relativi alle aree protette – in primo luogo, quello stilato dal Environment Programme’s World Conservation Monitoring Centre delle Nazioni Unite, che si occupa di catalogare le aree protette – al fine di identificare chi viola la nuova policy del social, nonché un rinforzamento delle misure di controllo in arrivo nei prossimi mesi: per il futuro, l’azienda si impegna a monitorare la questione e a fare i miglioramenti più opportuni per limitare il più possibile questo scempio.

Tuttavia, ambientalisti ed esperti hanno già sollevato dubbi sull’efficacia dell’approccio adottato da Facebook visto che, per esempio, il social non richiede agli utenti di specificare le coordinate del territorio che stanno vendendo: se non renderanno obbligatorio per chi vende fornire anche l’esatta posizione dell’area in vendita, ogni tentativo di bloccare il commercio di aree protette fallirà.

Seguici su Telegram | Instagram Facebook | TikTok | Youtube

Fonte: Facebook Marketplace 

Ti consigliamo anche:

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Instagram