Quattro cadaveri e 11 tonnellate di rifiuti. È questo il bilancio finale della spedizione per ripulire l'Everest. Iniziata a metà aprile, la missione si è conclusa lunedì eliminando almeno una parte della spazzatura che purtroppo negli ultimi anni ha deturpato uno degli angoli più remoti del mondo
Quattro cadaveri e 11 tonnellate di rifiuti. È questo il bilancio finale della spedizione per ripulire l’Everest. Iniziata a metà aprile, la missione si è conclusa lunedì eliminando almeno una parte della spazzatura che purtroppo negli ultimi anni ha deturpato uno degli angoli più remoti del mondo.
Dal 25 aprile una squadra formata da 14 alpinisti ha lavorato al campo base dell’Everest con l’obiettivo di portare via 11 tonnellate di spazzatura.
Otto membri dell’equipaggio hanno poi raggiunto il Campo 2, situato a 6.400 metri mentre altre squadre si sono alternate raggiungendo il Campo 4 a 7.950 metri, dove hanno passato circa 15 giorni a raccogliere rifiuti sui pendii innevati.
L’obiettivo iniziale è stato raggiunto. Sono state recuperate 11 tonnellate di rifiuti ma anche i cadaveri di 4 alpinisti.
“Insieme ai rifiuti, sono stati rimossi anche i quattro corpi trovati nei campi nelle zone più alte della Everest, e sono stati trasferiti a Kathmandu la scorsa settimana”, ha detto il direttore generale del Dipartimento del Turismo nepalese, Dandu Raj Ghimire.
Il progetto, che ha comportato un investimento di oltre 178.000 euro, è la più grande campagna di pulizia della montagna, ed la prima guidata dal governo nepalese.
Il capo del comitato per il controllo dell’inquinamento di Sagarmatha, Ang Dorje Sherpa, ha spiegato che sono state raccolte circa 7 tonnellate di rifiuti nei diversi campi dell’Everest. A queste ne vanno aggiunte altre 4 tonnellate raccolte nella città di Lukla, considerata la porta d’accesso all’Everest.
Che ne sarà della spazzatura? Verrà trasferita alla base della Nepal Army nella città di Namche Bazar, a 3.440 metri sul livello del mare, e poi nella capitale per essere riciclata da una società specializzata.
Da dove provenivano i rifiuti? La risposta è praticamente scontata. Colpa delle centinaia di alpinisti provenienti da diversi paesi che soprattutto, tra aprile e maggio, si sono riversati sull’Everest per conquistare la vetta più alta del mondo ma lasciandosi dietro una scia di spazzatura. L’anno scorso, 807 scalatori hanno raggiunto la vetta, una cifra record cresciuta di anno in anno. Ciò non ha fatto che incrementare la quantità di rifiuti. Non a caso l’Everest ha conquistato il triste titolo di “discarica più alta del mondo“.
Tra gli oggetti maggiormente trovati vi sono lattine, bottiglie, plastica e attrezzi da arrampicata abbandonati.
Anche se le 11 tonnellate raccolte sono una goccia nel mare, è pur sempre un inizio, considerando anche che la Cina ha già imposto delle restrizioni, limitando gli accessi e i permessi ai campi.
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Francesca Mancuso