La scarsa qualità dell’acqua provoca nel mondo più decessi di quanto non facciano AIDS, guerre e malaria messe insieme. A sollevare il problema e cercare una soluzione a questo dramma sono migliaia di esperti riuniti a Stoccolma fino all’11 settembre, in occasione della World Water Week 2010, la conferenza dedicata all’acqua, organizzata dallo Stockholm International Water Institute (SIWI), che ha aperto il dibattito intorno al convegno Le sfide relative alla qualità dell’acqua - Prevenzione, Adeguato Utilizzo e Riduzione.
La scarsa qualità dell’acqua provoca nel mondo più decessi di quanto non facciano AIDS, guerre e malaria messe insieme. A sollevare il problema e cercare una soluzione a questo dramma sono migliaia di esperti riuniti a Stoccolma fino all’11 settembre, in occasione della World Water Week 2010, la conferenza dedicata all’acqua, organizzata dallo Stockholm International Water Institute (SIWI), che ha aperto il dibattito intorno al convegno “Le sfide relative alla qualità dell’acqua – Prevenzione, Adeguato Utilizzo e Riduzione”.
Secondo i dati forniti dalle Nazioni Unite, nel mondo ci sono 884 milioni di persone che non possono usufruire di acqua pulita e ben 2,6 miliardi che vivono in condizioni igienico-sanitarie pessime. Ciò provoca naturalmente l’insorgenza di malattie, favorite dalle basse difese immunitarie di molte popolazioni in via di sviluppo.
La sete e l’acqua inquinata provocano ogni anno, nel mondo, la morte di due milioni di bambini, che si ammalano irreparabilmente perché bevono acqua inquinata. Basta pensare che in alcuni Paesi, più della metà delle strutture sanitarie ospita pazienti che soffrono di patologie legate all’utilizzo di acqua inquinata.
Ad inquinare i bacini sono soprattutto gli scarichi di acque reflue, che vengono riutilizzate senza essere state trattate e arrivano nelle case piene di virus e batteri.
Il dibattito di Stoccolma quindi si focalizza sulla necessità di fornire a tutti acqua pulita e potabile per salvaguardare il benessere e la salute dell’uomo. Per fare questo però, sono necessari massicci finanziamenti, in grado di affrontare la crisi idrica mondiale e la scarsità di acqua potabile, fenomeno che tende a peggiorare non solo per l’aumento progressivo della popolazione, ma anche per i cambiamenti climatici. Secondo la FAO infatti, l’aumento della temperatura terrestre provoca da un lato forte siccità, dall’altro intensifica gli uragani, “che distruggono coltivazioni, contaminano le falde acquifere e danneggiano le strutture dove si conserva e si trasporta l’acqua”.
E allora, qual è la soluzione?
Secondo i ricercatori dell’International Water Management Institute presenti a Stoccolma, occorre costruire grandi opere, come le dighe e cisterne adatte alla raccolta e alla conservazione dell’acqua, ma anche vasche e serbatoi per poter garantire acqua pulita a tutti.