Simon Kofe, ministro dello Stato di Tuvalu, ha videoregistrato il suo discorso alla Cop26 con le gambe immerse in acqua.
Simon Kofe, ministro dello Stato insulare polinesiano di Tuvalu nell’Oceano Pacifico, tra le Hawaii e l’Australia, ha videoregistrato il suo discorso alla #COP26 con le gambe immerse nell’acqua fino alle ginocchia, per sottolineare i danni subiti dall’innalzamento dei mari
Mentre il vertice di Glasgow entra nella sua seconda settimana, da ieri fa notizia (e spopola sul web) l’immagine del ministro di Tuvalu con l’acqua praticamente alle ginocchia, volto a mandare un messaggio potente: facciamo qualcosa, o annegheremo tutti.
Il ministro degli Esteri di Tuvalu ha infatti registrato il suo discorso per la conferenza sul clima delle Nazioni Unite a Glasgow in piedi nell’acqua in giacca e cravatta davanti a un leggio allestito in mare, con le gambe dei pantaloni arrotolate.
La dichiarazione giustappone l’impostazione della Cop26 con le situazioni di vita reale affrontate a Tuvalu a causa degli impatti del cambiamento climatico e dell’innalzamento del livello del mare e mette in evidenza l’azione coraggiosa che Tuvalu sta intraprendendo per affrontare i problemi molto urgenti della mobilità umana durante il cambiamento climatico, dice Kofe nel suo originale videomessaggio.
Il videomessaggio è stato girato dall’emittente pubblica TVBC e poi pubblicato anche su Facebook dal ministero della Giustizia, delle Comunicazioni e degli Esteri del Paese.
Today, as part of preparations for Hon. Minister Simon Kofe's video statement for the Pacific Climate Change Mobility…
Posted by Ministry of Justice, Communication and Foreign Affairs, Tuvalu Government on Thursday, November 4, 2021
Il video dovrebbe essere mostrato al vertice sul clima domani, martedì 9 novembre, e arriva mentre i leader regionali spingono per un’azione più aggressiva per limitare l’impatto del cambiamento climatico.
Molti grandi inquinatori hanno promesso di intensificare i loro tagli di carbonio nei prossimi decenni con l’obiettivo di azzerare le emissioni nette di carbonio entro il 2050. Ma i leader delle isole del Pacifico hanno chiesto un’azione immediata, sottolineando che è in gioco la sopravvivenza dei loro stessi Paesi.
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