Parte la campagna Acqua pubblica a Torino: ci metto la firma!: una risposta decisa di fronte alla decisione del Governo italiano di indurre gli Enti Locali a mettere sul mercato i loro servizi pubblici, acqua compresa.
Acqua: un bene prezioso, irrinunciabile. Di tutti. E che quindi non può diventare oggetto di guadagno. Parte da questo concetto, fondamentale, la campagna “Acqua pubblica a Torino: ci metto la firma!“: una risposta decisa di fronte alla decisione del Governo italiano di indurre gli Enti Locali a mettere sul mercato i loro servizi pubblici, acqua compresa (L. 133/2008, art. 23 bis).
Cosa succede quando l’acqua diventa “privata”? Lo dimostrano i fatti: un generale aumento tariffario (senza peraltro nuovi investimenti) e, soprattutto, la perdita decisionale della comunità rispetto ad un bene, l’acqua, consegnato alle scelte dei consigli d’amministrazione delle società di gestione. “Tra i casi più eclatanti di privatizzazione inefficiente e costosa per le bollette dei cittadini – ha spiegato Bruno Gambarotta, alla conferenza stampa di presentazione della campagna -, ci sono quelli di Latina, Arezzo e Aprilia, mentre in positivo Milano e due esempi piemontesi (la Città di Torino e il Consorzio del Monferrato), gestioni pubbliche efficienti ed oculate”.
Anche in Europa, in molte realtà il servizio idrico sta ritornando al “pubblico”: Parigi, ad esempio, sta riprendendo la gestione diretta del servizio alla scadenza, ormai prossima, della concessione alle società Veolia e Suez.
Il Comitato Acqua Pubblica Torino ha sottoscritto e presentato la proposta di delibera per inserire nello Statuto della Città di Torino il principio che l’acqua è un “servizio pubblico locale senza scopo di lucro“. Per sostenere la campagna sono necessarie almeno 5000 firme, entro il 26 giugno: i banchetti sono presenti tutti i sabati e domeniche pomeriggio in piazza S. Carlo e via Garibaldi 13, nel centro di Torino.
Altri punti possono essere segnalati sul sito della campagna: www.acquapubblicatorino.org