Ripulire le spiagge italiane dai rifiuti e dalla sporcizia. Torna l'appuntamento di Legambiente con Spiagge e Fondali puliti - Clean up the Med 2015. Oltre 300 le spiagge che fino a domenica 24 maggio potranno essere liberate dalla spazzatura: plastica, lattine, reti e tutto quello che l'uomo abbandona e il mare restituisce. Ma è la cattiva gestione dei litorali la protagonisti dell'edizione di quest'anno
Ripulire le spiagge italiane dai rifiuti e dalla sporcizia. Torna l’appuntamento di Legambiente con Spiagge e Fondali puliti – Clean up the Med 2015. Oltre 300 le spiagge che fino a domenica 24 maggio potranno essere liberate dalla spazzatura: plastica, lattine, reti e tutto quello che l’uomo abbandona e il mare restituisce. Ma è la cattiva gestione dei litorali la protagonisti dell’edizione di quest’anno.
In occasione dell’avvio del week end, l’associazione ha cercato di capire come stanno le nostre spiagge, sempre più minacciate dall’erosione.
Un fenomeno naturale ma decisamente amplificato dalla mano pesante dell’uomo, accompagnata dalla riduzione dell’apporto solido dei fiumi in mare e da un’inadeguata gestione del problema da parte delle amministrazioni.
Il risultato? Spiagge sempre più sottili e infrastrutture costiere esposte all’aggressione marina.
Scarsi anche i risultati ottenuti con le opere di difesa poste a protezione degli arenili in erosione, che rischiano addirittura di accelerare i processi erosivi nelle spiagge e di alterare l’ecosistema.
Nonostante questa evidenza, progetti invasivi per installare nuove barriere artificiali pendono su molte aree costiere, minacciando habitat sensibili e siti di interesse comunitario. Tra questi vi sono gli interventi previsti a Santa Maria del Focallo, in provincia di Ragusa e ancora il progetto nel Golfo di Salerno e quello sul litorale laziale di Ostia.
Secondo il rapporto del 2006 su Lo Stato di salute dei litorali italiani, curato da Enzo Pranzini dell’Università di Firenze e ad oggi il quadro più aggiornato a livello nazionale, quasi la metà delle nostre spiagge, il 42%, è in erosione. Uno scempio che non conosce fine.
Secondo i dati del rapporto del 2006, al Molise, prima regione italiana per tassi di erosione costiera (91%), segue la Basilicata con il 78% di spiagge erose, la Puglia con il 65%, l’Abruzzo con il 61% e le Marche e il Lazio, a pari merito, con il 54%. I valori più bassi si registrano in Friuli (13%), in Veneto (18%) e in Emilia-Romagna (25%). Le altre regioni oscillano tra il 33% della Liguria e il 43% della Calabria.
“Più di 300 iniziative di pulizia nel nostro paese saranno anche un momento di riflessione e di sensibilizzazione sulla gestione del territorio e sulle opere veramente utili alla tutela dell’ambiente – dichiara Rossella Muroni, direttrice generale di Legambiente -. Le numerose adesioni a questo fine settimana di volontariato testimoniano la voglia di partecipare dei cittadini, che credono e dimostrano come un miglioramento della qualità della vita passa anche attraverso la pulizia e la corretta gestione delle aree demaniali”.
Per sensibilizzare su questi temi, Legambiente per l’edizione di quest’anno ha associato alla pulizia delle spiagge anche una serie di appuntamento contro gli inutili progetti “antierosione”. Domani saranno previsti tre blitz in provincia di Ragusa ad Arizza, Micenci e Playa Grande dove le barriere rigide a protezione del litorale non hanno dato alcun risultato.
Appuntamento importante in Campania, dove, in provincia di Salerno si farà MARATONZ, una passeggiata a tappe sulla costa, da Pontecagnano fino a Paestum, passando per Battipaglia ed Eboli per appoggiare la campagna #NOTONZ! contro il progetto di difesa e ripascimento del litorale.
Domenica 24, invece, nelle Marche, sulla spiaggia di Foce Tenna a Porto Sant’Elpidio si parlerà delle cause e degli effetti delle opere di difesa che l’hanno distrutta.
Senza dimenticare la manifestazione nazionale “No Ombrina Mare” a Lanciano alle 14 di sabato 23 maggio. Qui si teme infatti che lo Sblocca Italia possa dare via libera alla corsa al petrolio. Il progetto Ombrina Mare sta facendo tremare gli abruzzesi, che temono che davanti alle loro coste vena piazzata una vera e propria raffineria a sole tre miglia dal Parco nazionale della Costa Teatina.
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Francesca Mancuso
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