Quello che accoglierà i visitatori dal 25 al 29 ottobre 2012 non sarà un semplice salone dedicato al cibo ma un viaggio attraverso i sapori dell'intero pianeta. Il Salone del Gusto, la manifestazione che dal 1996 raccoglie i produttori delle eccellenze gastronomiche italiane accoglie Terra Madre, il padiglione fino a due anni fa off limits al pubblico dei non addetti ai lavori, dedicato ai continenti extra-europei. Il risultato è una superficie di 70.000 metri quadrati accessibile in ogni sua parte, suddivisa in stand a loro volta raccolti in aree nazionali o sovranazionali.
Quello che accoglierà i visitatori dal 25 al 29 ottobre 2012 non sarà un semplice salone dedicato al cibo ma un viaggio attraverso i sapori dell’intero pianeta. Il Salone del Gusto, la manifestazione che dal 1996 raccoglie i produttori delle eccellenze gastronomiche italiane accoglie Terra Madre, il padiglione fino a due anni fa off limits al pubblico dei non addetti ai lavori, dedicato ai continenti extra-europei. Il risultato è una superficie di 70.000 metri quadrati accessibile in ogni sua parte, suddivisa in stand a loro volta raccolti in aree nazionali o sovranazionali.
In due padiglioni troveranno spazio i culatelli e le orecchiette nazional-popolari mentre negli altri due ci saranno il cheddar scozzese e l’uvetta sultanina giordana. Più di 100 Paesi ospiti, 340 presidi e 400 comunità del cibo e tutta la diversità agroalimentare che il pianeta è in grado di produrre raccontato dalla voce di chi alleva, coltiva e trasforma i prodotti. Attorno a tutto questo ci saranno Laboratori del Gusto e Incontri con l’Autore per approfondire e assaggiare in compagnia dei produttori, chef, vigneron, birrai ed esperti; Teatri del Gusto per osservare da vicino le mani dei cuochi all’opera nel creare i piatti simbolo dei loro ristoranti e coglierne i segreti; percorsi educativi per bambini e adulti e Conferenze per approfondire i temi dell’attualità.
“E un orto di 400 metri quadrati nel quale saranno messi a dimora i prodotti dei paesi africani dove Slow Food conduce il progetto 1000 orti per l’Africa” dice Roberto Burdese, presidente di Slow Food Italia, sottolineando il ruolo che l’Africa avrà in questa edizione dell’evento.
“Un modo per vedere come girano i grandi trend in materia di cibo nel mondo” commenta Carlo Petrini (gastronomo)) in chiusura della presentazione che si è svolta il 27 maggio a Torino. Non solo sul piano del cosa si produce ma anche di quali sono i significati di cui il cibo è portatore oggi sul piano politico, economico e sociale a livello internazionale.
Negli stessi giorni del Salone si svolgerà anche il Congresso Mondiale di Slow Food a cui tutti i delegati provenienti dai 150 paesi, in cui l’associazione è presente, parteciperanno. Insieme con loro, saranno ospiti anche i rappresentanti delle tre massime organizzazioni delle Nazioni Unite in materia di cibo: la FAO, il World Food Program e l’IFAD. Un segnale forte che testimonia l’autorevolezza assunta dal movimento nato dall’intuizione di questo uomo ormai ultrasessantenne che dalle Langhe ha mosso milioni di persone a concepire il cibo in modo nuovo.
Con il suo sguardo bifronte, che guarda al globale senza mai dimenticare il locale, Carlo Petrini anche in queste occasioni ufficiali torna spesso alla sua terra. Lo fa usando il dialetto specie in corrispondenza delle affermazioni più forti. “L’uma esagerà” (abbiamo esagerato in piemontese) dice a un certo punto. E continua “Non abbiamo tenuto conto dei limiti della crescita dell’uomo. Ma io non vedo la crisi come una cosa negativa: al contrario essa può diventare occasione per la riqualificazione dei nostri consumi. Dobbiamo cominciare a considerare la sostenibilità delle scelte che facciamo e comprendere il senso del cibo come ambiente e come responsabilità sociale“.
È a un cittadino nuovo che il Salone del Gusto 2012 guarda. Quello sulla cui testa cade la mela di Newton così come fa vedere l’immagine guida scelta. È a quello stesso cittadino che si chiede di leggere i cibi come le leve che cambieranno il mondo, come suggerisce lo slogan di questa edizione.
Sono passati quattordici anni da quando Carlo Petrini decise di mettere in piedi un salone dedicato al cibo. Allora parlare di cibo buono, di qualità, sano e di agricoltura che rispetta la terra e il contadino era sinonimo di nicchia, snobismo e anche un po’ di parvenue. Oggi la partita si gioca con e a volte anche un po’ contro Cibus a Parma e tutte quelle manifestazioni che sul tema delle eccellenze agroalimentari, sulle produzioni tradizionali, recuperate e fatte in modo artigianale hanno costruito la loro immagine.
Pamela Pelatelli