Olimpiadi di Roma 2020: il Governo Monti..ha detto no!

Al No di Monti alle Olimpiadi del 2020 a Roma, si accompagnano le voci di Fai, WWF ed Enpa. In un dossier, gli ambientalisti hanno mostrato i danni che il Progetto avrebbe apportato alla Capitale

Olimpiadi di Roma 2020. Il Governo Monti ieri ha detto no alla candidatura italiana ai giochi olimpici che si svolgeranno tra 8 anni. E mentre oggi scade il termine di presentazione per la candidature, ci si chiede quali vantaggi e svantaggi avrebbero potuto apportare le Olimpiadi a Roma. Per l’ambiente, secondo il dossier inviato dal WWF e dal FAI alla Presidenza del Consiglio e al CONI, non molte. Anche secondo l’Enpa, la cementificazione avrebbe danneggiato non poco la capitale.

La scelta di “responsabilità” portata avanti dal premier ha tenuto conto del fattore economico. Non si può, a suo avviso, in un periodo di crisi, lanciarsi in un’impresa dispendiosa come le Olimpiadi, in cui spesso i costi preventivati sono ben lontani da quelli effettivi. Nonostante da più parti si sia parlato di sgravi attraverso capitali privati.

La storia delle Olimpiadi – ha spiegato spiegato Monti a Sky Tg24 – dimostra che in molti casi ci sono stati importanti sconfinamenti o spese eccessive. In questo momento in cui l’economia sta riscattandosi e stiamo uscendo dall’emergenza e ci stiamo preparando alla crescita, una garanzia in bianco sarebbe stata poco capita dagli italiani”.

Capitolo chiuso. Ma nella candidatura non è stato in alcun modo considerata la localizzazione del Villaggio Olimpico e del Villaggio Media. Secondo FAI e WWF, alcune lacune non avrebbero permesso inoltre di valutare gli interventi di adeguamento su parte degli impianti esistenti. In più, le soluzioni legate al rilancio della mobilità non erano per nulla legate alle “esigenze prioritarie dei quartieri maggiormente popolosi di Roma“.

Iniziamo col consumo del suolo. Secondo gli ambientalisti, a questo punto non del tutto scontenti del “fallimento italiano”, quanto previsto dal Progetto Roma 2020 sarebbe andato a collidere col Piano Paesistico Regionale e col Piano di Bacino del Tevere. Per non parlare del Piano Regolatore. Da considerare in maniera diversa l’ubicazione del Villaggio Olimpico e del Centro Media, inizialmente previsti nelle zone di Tor di Quinto e di Saxa Rubra. Secondo gli ambientalisti, le nuove costruzioni avrebbero insistito “in aree di pertinenza fluviale del Tevere su cui gli strumenti di pianificazione prevedono invece verde attrezzato e non cubature che dopo i giochi si trasformerebbero soprattutto in nuove residenze”. Cemento su cemento. No grazie, dicono dal Fai e dal Wwf.

Va considerato inoltre che i vincoli esistenti per il Piano Paesaggistico sulle zone dove sarebbero sorti il Villaggio Olimpico ed il Centro Media non erano stati considerati correttamente, visto che le costruzioni sarebbero ricadute “in aree di notevole interesse pubblico e sono incluse totalmente in ambiti di recupero e valorizzazione paesistica; entrambe, appartenendo alla fascia fluviale del Tevere, sono considerate come ambiti paesaggistici naturali di continuità e come paesaggio naturale agrario“.

E non è tutto. Oltre che di ambiente, in senso stretto, si parla anche di sicurezza visto che dal dossier si evince che le aree di Tor di Quinto e di Saxa Rubra sono disciplinate dal Piano Stralcio n.5 del Tevere, che prevede una suddivisione in fasce di rischio. E proprio queste due sono soggette a esondazione. Un progetto che avrebbe fatto acqua da tutte le parti, è il caso di dirlo.

Per non parlare dei danni arrecati agli animali, attraverso il processo di cementificazione. A tal proposito, la bocciatura di Monti è stata accolta con favore dall’Ente Nazionale Protezione animali, che attraverso un comunicato ha espresso il proprio “apprezzamento per la scelta del Premier Mario Monti di non appoggiare la candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2020. Bene ha fatto Monti a nonappoggiare un evento che, come dimostra il caso di Atene 2004,avrebbe rischiato di portare più costi che beneficinon soltanto dal punto di visto economico-finanziario, ma –anche e soprattutto –da quello ambientale, conuna vera e propria corsa alla cementificazione che avrebbe compromesso il già fragile equilibrio della nostra città. Con il suo stop il presidente Monti ha preservato mirabilmente il territorio, salvato la vitadi migliaia di animaliche sarebbero inevitabilmente stati eliminati da un processo di cementificazione spinta,edha anche ribadito quella moderazionedi comportamenti, particolarmente adatta a proiettare il nostro Paese verso un futuro sobrio e sostenibile“.

Londra docet.

Francesca Mancuso

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