Mensa Sana 2013: le mense scolastiche italiane sono sempre più bio

Mangiare sano a scuola è possibile? Molto dipende dall’offerta presente nelle mense scolastiche e dal tipo di pasti previsti. In Italia la presenza di mense scolastiche bio appare in costante aumento. Negli ultimi cinque anni le mense bio sono cresciute del 50% e sono quasi 1,2 milioni i pasti bio consumati ogni anno.

Mangiare sano a scuola è possibile? Molto dipende dall’offerta presente nelle mense scolastiche e dal tipo di pasti previsti. In Italia la presenza di mense scolastiche bio appare in costante aumento. Negli ultimi cinque anni le mense bio sono cresciute del 50% e sono quasi 1,2 milioni i pasti bio consumati ogni anno.

In questo momento in Italia troviamo almeno 1200 mense bio. L’offerta è concentrata soprattutto nelle regioni settentrionali. A svelarlo è Mensa Sana 2013, l’ultima ricerca presentata da Nomisma/Pentapolis sulla ristorazione sostenibile nelle scuole.

Dai dati raccolti emerge che la qualità dei pasti nelle mense scolastiche sta migliorando. Ma i rifiuti sono ancora troppi. Purtroppo l’offerta di piatti bio non sempre va di pari passo con la sostenibilità. I rifiuti sarebbero ancora in eccesso a causa dell’usa e getta a cui si fa ricorso per piatti, coltelli e forchette.

Sarebbe bene fare un salto indietro nel tempo e riproporre le classiche posate e piatti in ceramica per ridurre i rifiuti. Non tutte le mense scolastiche nel corso del tempo sono passate all’usa e getta. Per altre strutture, a seconda della loro organizzazione, potrebbe trattarsi di una svolta più o meno attuabile.

Ogni alunno produce 50 grammi di rifiuti al giorno. Una quantità che potrebbe essere portata quasi a zero grazie all’abolizione di gran parte dell’usa e getta. Proprio a scuola, dove si coltiva il futuro, è bene prevedere la nascita di iniziative concretamente mirate ad una maggiore sostenibilità.

Alcune percentuali possono già essere considerate incoraggianti. Ad esempio, il 69% delle mense scolastiche usa l’acqua del rubinetto, anziché l’acqua in bottiglia. Il 74% delle amministrazioni richiede alla ditta appaltatrice di effettuare la raccolta differenziata dei rifiuti e il 34% richiede la rilevazione degli avanzi. I i menu scolastici propongono prodotti biologici (81%), a denominazione di origine protetta (67%), tipici del territorio (40%) o equo-solidali (33%).

Risultano però ancora troppo alti gli sprechi alimentari. Ogni anno finiscono nella spazzatura 74 mila tonnellate di cibo provenienti dalla ristorazione collettiva. Infine, il 33% delle gare di appalto per i servizi di mensa tiene conto del criterio del prezzo, mentre si dovrebbe puntare alla qualità. È dunque necessario un maggiore impegno per il cambiamento, anche da parte delle mense bio, che sono di per sé già un importante passo in avanti.

Marta Albè

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