Ecuqdor, Colombia, Costa Rica e Panama uniscono le forze contro la pesca intensiva e in difesa della biodiversità marina
Alla Cop26 Ecuador, Colombia, Costa Rica e Panama uniscono le forze contro la pesca intensiva e in difesa della biodiversità marina
Quattro Paesi latino-americani che affacciano sull’oceano Pacifico siglano storico accordo per creare una vasta area marina protetta in mezzo all’Oceano: si chiamerà “Mega-MPA” e collegherà le acque di Ecuador, Colombia, Panama e Costa Rica al fine di proteggere tartarughe, balene e squali dalla pesca intensiva e indiscriminata. I Paesi hanno unito le loro riserve marine protette a livello nazionale per creare un’unica grande area interconnessa e salvaguardare così una delle biodiversità marine più ricche al mondo.
Ecuador, Panama, Colombia e Costa Rica hanno concordato alla COP26 di unire le loro riserve marine per formare un’area interconnessa che fungerà da una delle sacche più ricche al mondo di biodiversità oceanica. Sarà un corridoio senza pesca di oltre 500.000 km quadrati, in una delle rotte migratorie più importanti del mondo per molte specie.
Avete capito bene, 500.000 chilometri quadrati che andranno a proteggere uno dei corridoi migratori marini più prolifici – percorso da animali come tartarughe marine, balene, squali e razze. L’iniziativa sta ottenendo grande consenso proprio perché volta a proteggere le rare specie marine e le popolazioni di pesci dalle flotte di pescatori e sfruttano la ricca biodiversità della regione in modo molto spesso illegale.
Il presidente della Colombia, Iván Duque, ha annunciato la creazione di un’ulteriore area marina protetta 160.000 chilometri quadrati oltre a quella che fa parte del Mega-MPA (120.000 chilometri quadrati). A margine dei lavori per la Cop26 il presidente ecuadoriano, Guillermo Lasso, ha annunciato invece l’espansione della attuale riserva marina delle Isole Galapagos dagli attuali 133.000 chilometri quadrati ha quasi 200.000 chilometri quadrati.
Alla Cop26 i leader mondiali hanno chiesto azioni concrete e non parole – ha spiegato Lasso. – Io credo che questa sia una azione concreta da parte dell’Ecuador che va al di là di ogni parola che possiamo spendere per la difesa dell’ambiente. Si tratta del risultato di cinque mesi di dialogo con i piccoli pescatori e con l’industria ittica locale: Ecco perché non ci aspettiamo nessun tipo di protesta o rifiuto.
Oltre al proprio contributo per la creazione di questo “corridoio marino”, la Colombia annuncia che entro la fine del prossimo anno, il 30% del territorio nazionale sarà dichiarato area protetta: si pensi che il Paese è coperto per metà della sua superficie da foreste tropicali, che forniscono energia idroelettrica e il 70% dell’acqua dolce alla popolazione. Un impegno importante che, se venisse rispettato, rappresenterebbe un grosso aiuto nella lotta ai cambiamenti climatici.
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Fonte: The Guardian
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