Ratificato l'accordo sulla tassa minima, i grandi riuniti a Roma dicono sì alla global minimum tax per le multinazionali.
Ratificato l’accordo sulla tassa minima, i grandi riuniti a Roma dicono sì alla global minimum tax
I leader del G20 hanno formalmente approvato la tassa minima globale sulle grosse corporation che aveva già ricevuto l’appoggio dei ministri delle Finanze dei singoli Paesi.
La soluzione raggiunta si basa su due pilastri per affrontare le sfide fiscali poste dalla digitalizzazione e globalizzazione dell’economia e dovrebbe garantire regole fiscali eque.
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All’accordo internazionale hanno aderito i 136 membri dell’Ocse/G20 Inclusive Framework on Base Erosion and Profit Shifting (Beps), inclusi tutti i Paesi G20, pari al 94% del Pil mondiale. Il G20 ha chiesto ai membri dell’Inclusive Framework di elaborare subito gli strumenti giuridici (modelli di legislazione domestica e una Convenzione multilaterale) per l’implementazione delle nuove regole, con l’obiettivo di una loro entrata in vigore entro il 2023.
Qui al G20 i leader che rappresentano l’80% del Pil mondiale – alleati e concorrenti – hanno dato il loro chiaro sostegno ad una forte global minimum tax, scrive su Twitter il presidente Usa Joe Biden sottolineando che questo non è solo un accordo fiscale, è la diplomazia che trasforma la nostra economia globale e si mette al servizio dei cittadini.
Il primo pilastro dell’accordo richiede la riallocazione dei diritti di tassazione delle imprese multinazionali più grandi e profittevoli e include l’impegno a rimuovere le imposte sui servizi digitali esistenti e altre misure unilaterali simili (oltre ad astenersi dall’introduzione di nuove imposte dello stesso genere in futuro). Il 25% dei profitti (eccedenti il 10% dei ricavi) è allocato nelle giurisdizioni di mercato in cui tali imprese superano una soglia di ricavi rilevanti. Il secondo pilastro introduce una tassazione minima effettiva del 15% a livello globale delle grandi imprese multinazionali in ogni giurisdizione in cui operano.
L’accordo internazionale per tassare con un’aliquota fiscale minima le multinazionali che hanno un fatturato annuo superiore a 750 milioni di euro (890 milioni di dollari) riguarda soprattutto i colossi del web come Google, Facebook, Amazon e Apple e porterebbe in dote circa 150 miliardi di dollari (127 miliardi di euro) di entrate fiscali aggiuntive a livello globale, obbligando le grandi aziende a pagare un’imposta in ogni Paese in cui sono attive e fanno profitti. In Italia vale circa 30 miliardi di euro.
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