Oggi, 22 maggio, è la Giornata mondiale della biodiversità. Un momento dedicato all'importanza che la vita, in tutte le sue forme, ha sul pianeta Terra. Vita che purtroppo è sempre più messa a rischio dalle attività umane
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Oggi, 22 maggio, è la Giornata mondiale della biodiversità. Un momento dedicato all’importanza che la vita, in tutte le sue forme, ha sul pianeta Terra. Vita che purtroppo è sempre più messa a rischio dalle attività umane.
Secondo l’Ispra, infatti, stiamo assistendo alla sesta estinzione di massa, questa volta a causa dell’uomo. L’attuale ritmo di estinzione delle specie animali e vegetali è da 100 a 1.000 volte superiore a quello registrato in epoca pre-umana ed è considerata addirittura superiore rispetto a quella che ha segnato la fine dei dinosauri, 65 milioni di anni fa.
Per sensibilizzare l’opinione pubblica, il 22 maggio di ogni anno le Nazioni Unite celebrano la Giornata Mondiale della Biodiversità, per ricordare l’entrata in vigore della Convenzione per la Diversità Biologica (CDB), avvenuta il 22 maggio 1993. Quest’anno la Giornata è giunta alla sua 25esima edizione.
I numeri e le cause dell’estinzione di massa
Numeri alla mano, dal 1500 a oggi le specie estinte documentate sono 765, di cui 79 mammiferi, 145 uccelli, 36 anfibi. Attualmente le estinzioni procedono al ritmo di un numero compreso tra 10 e 690 specie a settimana.
Le cause? È facile immaginarle. Il 75% delle estinzioni è stato provocato da un eccessivo sfruttamento delle specie e in particolare da caccia, pesca, commercio illegale di piante e animali, dalla distruzione degli habitat per infrastrutture o per avere nuovi campi per l’agricoltura, dall’agricoltura intensiva.
Ma non solo. Anche l’inquinamento e l’introduzione di specie aliene invasive hanno contribuito a incrementare questi tristi numeri. E la cosa peggiore è che i cambiamenti climatici aumenteranno i loro effetti negativi sulla biodiversità.
In calo anche il numero totale di animali
Non è solo l’estinzione a preoccupare gli scienziati, ma la diminuzione degli animali. Negli ultimi 25 anni il totale degli animali selvatici si è dimezzato. Secondo la lista rossa dell’Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN), rischiano di estinguersi 1.199 mammiferi (il 26% delle specie descritte), 1957 anfibi (41%), 1.373 uccelli (13%) e 993 insetti (0,5%).
Uno studio che ha coinvolto 16 paesi, dall’America meridionale all’Indonesia, ha scoperto che il 25% delle 625 specie di primati oggi conosciute è in pericolo di estinzione per via della caccia e del commercio illegale. Anche i leopardi delle nevi non sono al sicuro, centinaia di esemplari vengono uccisi ogni anno nelle montagne dell’Asia centrale. A oggi ne sono rimasti circa 5 mila esemplari.
Nonostante i divieti imposti da leggi nazionali e internazionali, la caccia continua a minacciare centinaia di specie di mammiferi, dagli scimpanzé agli ippopotami ai pipistrelli. La situazione non è migliore – e forse anche meno conosciuta – per i pesci, la cui principale minaccia è la cattura eccessiva causata dalla pesca industriale.
La biodiversità in Italia
Anche le creature che popolano il nostro paese sono a rischio a causa della distruzione degli habitat e della loro frammentazione, dell’invasione di specie aliene invasive, dalle attività agricole, dagli incendi e dal bracconaggio.
Secondo l’Annuario dei dati ambientali ISPRA, per quanto riguarda il grado di minaccia delle 672 specie di Vertebrati valutate nella recente “Lista Rossa IUCN dei Vertebrati Italiani” (576 terrestri e 96 marine) – 6 sono estinte nel territorio nazionale in tempi recenti: due pesci, lo storione comune e quello ladano; tre uccelli: la gru, la quaglia tridattila, il gobbo rugginoso; e un mammifero, il pipistrello rinolofo di Blasius.
Le specie minacciate di estinzione in Italia sono 161 (138 terrestri e 23 marine), pari al 28% del totale considerato. Circa il 31% dei vertebrati italiani sia minacciato.
“La protezione della biodiversità e dei servizi ecosistemici deve diventare una responsabilità condivisa, con azioni coordinate tra la comunità della conservazione della natura e di altri settori produttivi, dal turismo all’agricoltura, dall’energia ai trasporti, dall’industria all’edilizia.I cittadini di ogni parte del mondo hanno bisogno di capire meglio il pieno valore della natura per garantirne la protezione e l’uso sostenibile. Riconoscere l’enorme importanza della biodiversità e della natura per tutte le attività economiche fornisce una ragione politica ed economica in più per perseguire la conservazione della biodiversità e la protezione della natura e arrestare questo grave declino dell’integrità biologica del pianeta” spiega l’Ispra.
Il nuovo Piano strategico 2011-2020 permetterà di
“intraprendere azioni efficaci e urgenti per arrestare la perdita di biodiversità al fine di garantire che entro il 2020 gli ecosistemi siano resilienti e continuino a fornire servizi essenziali, garantendo così la varietà della vita del pianeta e contribuendo al benessere umano e allo sradicamento della povertà” sottolinea l’Onu.
Dovremmo ricordare ogni giorno l’importanza della biodiversità, non solo oggi.
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Francesca Mancuso