SEAT, presente alla FMW, sta puntando sul primo SUV a metano del mondo. Si parla tanto di biometano, in grado di ridurre le emissioni dell'85%
Design, innovazione e futuro. In poche parole il Future Mobility Week. Svoltosi a Torino dall’1 al 5 ottobre e organizzato da GL events e Clickutility Team, l’evento ha visto la presenza di tutti gli operatori della filiera per raccontare la mobilità di domani e i nuovi servizi che fanno capolino in un’epoca di cambiamento sociale, economico, delle infrastrutture, degli ambienti urbani e delle abitudini dei cittadini. Noi eravamo presenti, invitati da SEAT Italia, gold sponsor dell’evento, per raccontarvi il futuro della mobilità.
Quando si parla di futuro in termini di mobilità viene subito da pensare alla mobilità elettrica, una soluzione che forse fa affidamento su tecnologie non ancora abbastanza mature da rappresentare un’alternativa nell’immediato. Tuttavia esistono altre soluzioni validissime già applicabili. Una di queste è rappresentata dai veicoli a metano, opzione tutt’altro che teorica e che, tra i vari vantaggi, presenta quello di essere già nota da tempo all’utente finale.
Siamo in una fase di piena transizione, in cui occorre porre elettrico e metano sullo stesso piano, senza cadere nell’errore di inquadrarli come competitor ma cogliendo i tanti vantaggi di entrambi. Proprio al “Rilancio della filiera del Natural Gas: Biometano e LNG (Gas naturale Liquefatto)” è stato dedicato un intero appuntamento alla Future Mobility Week. Ricorda Silvia Manduchi, Business Development, CNG associato NGV System Italia: l’Italia è il primo mercato europeo per consumi di metano per autotrazione e ospita oltre 1 mln di veicoli circolanti. Il numero di stazioni di rifornimento, circa 1280, non è basso come vorrebbero i luoghi comuni.
Ma, accanto al bisogno di slegare il comparto dalla dipendenza dalle fonti fossili passando a forme di alimentazione sostenibili, affiora quello di rendere i veicoli ancora più smart, intelligenti e sempre connessi. Insomma, una mobilità nuova in cui elettrico e metano sono sullo stesso piano.
Le case automobilistiche lavorano su modelli elettrici e ibridi da tempo, ma intanto percorrono strade parallele e alcune danno risultati già tangibili. Accanto all’elettrico spiccano allora i modelli a metano. Un big del mercato come SEAT, presente alla FMW, ha creduto talmente tanto nelle potenzialità di questa fonte da aver realizzato il primo SUV a metano del mondo, in uscita nei prossimi mesi e dedicato ad un target giovane, attento all’ambiente, ai costi e in cerca di un’auto sportiva con uno scrigno tecnologico racchiuso all’interno dell’abitacolo.
L’Italia è all’avanguardia e i primati sono legati ad un utilizzo di questa fonte lungo l’arco di decenni. Utilizzando il biometano come fonte di alimentazione dei veicoli si ottiene una riduzione delle emissioni dell’85% rispetto a quelle generate dai veicoli a benzina e del 100% se si tratta di veicoli elettrici.
Va precisato, inoltre, che LNG e BIOLNG (rispettivamente gas naturale liquefatto e biometano liquefatto) sono gli unici carburanti alternativi al diesel che permettono una riduzione delle emissioni nel settore del trasporto pesante, dove non esistono veicoli elettrici disponibili come alternativa.
Dal punto di vista delle infrastrutture di ricarica disponibili ecco un altro vantaggio del metano rispetto all’energia elettrica. In Italia oggi sono presenti oltre 1.200 stazioni, con stime che parlano di un raddoppio al 2026.
Come spingere altrimenti il cliente finale all’acquisto se teme di non avere a disposizione abbastanza punti di rifornimento? Con il metano, rispetto all’elettrico che oggi è di fatto solo una grande scommessa, questo problema è già praticamente risolto. Non a caso, realtà come Snam stanno tentando di coinvolgere anche altri operatori per poter potenziare ulteriormente la rete.
Altro mito da sfatare, quello del tempo del rifornimento, visto che ormai basta qualche minuto per fare il pieno ad un’auto. E poi i costi. Quelli del metano sono notevolmente minori rispetto a quelli dell’elettrico e competitivi rispetto a benzina e diesel. È dunque una soluzione intermedia che offre oggi molteplici vantaggi, non soltanto ambientali, su cui tutti sono d’accordo almeno fino al momento di mettere mano al portafogli. Un veicolo a metano permette di risparmiare all’anno 650 euro rispetto ad un veicolo a benzina.
Prossimi step? Ad esempio, occorre favorire una diffusione più equilibrata nelle diverse regioni italiane e migliorare la qualità del servizio di erogazione per l’utente finale; basti pensare che nel nostro Paese manca il self service.
Un notevole impulso potrebbe arrivare dalle stesse case automobilistiche e dalle loro nuove proposte. Un po’ tutti hanno confezionato strategie focalizzate sui modelli elettrici, ma molti sono a metano, peraltro anche con un prezzo conveniente.
Proprio il numero crescente di veicoli circolanti potrebbe dare impulso ad un potenziamento della rete di rifornimento. Il trend è chiaro: investire sull’elettrico ma con un occhio rivolto ad alternative come il metano.
Abbiamo già accennato alla proposta di SEAT e al suo SUV alimentato totalmente a metano, che nei prossimi mesi esordirà sul mercato e andrà ad inserirsi alla perfezione in una strategia che vedrà come protagonisti della gamma del marchio anche modelli ibridi, ibridi plug in ed elettrici.
In questo senso, un SUV a metano rappresenta una punta di diamante preziosissima: un modello di nuova generazione, dalle linee di tendenza, dotato di strumenti ipertecnologici a bordo per un guidatore sempre connesso, alimentato dalla fonte che oggi si conferma la vera alternativa a benzina e diesel. E, in più, con la garanzia di prestazioni elevate, consumi contenuti e senza i problemi di ricarica che invece l’elettrico al momento purtroppo non ha risolto definitivamente.
Il metano è economico, ecosostenibile, ecologico. Si può produrre in vari modi, senza estrarre risorse fossili dal sottosuolo: i rifiuti organici delle nostre città possono diventare biometano e alimentare i nostri veicoli, se trattati con impianti adatti. In più esistono incentivi applicabili “a un prodotto esistente e non futuribile”. Va omogeneizzata la normativa, che in Italia non è la medesima in ogni regione, ma gli sgravi fiscali sono previsti pressoché ovunque.
Il mondo cambia, le città cambiano, la mobilità cambia. Si prevede che nel 2020 i dispositivi connessi saranno 25 mld (erano 4,7 mld nel 2015). Tra questi, 250 mln saranno autovetture. Al 2020, almeno una su 5 avrà almeno una forma di connettività senza fili. La penetrazione di internet e della banda larga a bordo avrà impatto sulla telematica, sui sistemi di guida autonoma, sull’infotainment e sui servizi di mobilità. Le auto saranno, dunque, dotate di connettività internet e dialogheranno con altri oggetti.
Il 5G, in particolare, darà impulso al mercato delle auto connesse offrendo affidabilità maggiore e tempi di risposta minori tra oggetti connessi. Oltre a un accesso a Internet più veloce, il 5G permetterà di sviluppare un collegamento costante ed efficiente tra auto, utile a potenziare la sicurezza sulle strade, sistemi di navigazione intelligente per fornire al guidatore informazioni in tempo reale sul traffico, il meteo e molto altro. L’auto ospiterà servizi sempre più evoluti di entertainment, fino alla realtà virtuale, e saranno potenziati i sistemi di guida autonoma. L’auto comunicherà con gli oggetti connessi alla rete presenti sulle strade, pedoni compresi, con un risultato generale di maggiore sicurezza.
Un esempio su tutti, il sistema Perfectly Keyless di Bosch: non servono chiavi per aprire la propria auto, si sale a bordo usando lo smartphone e il sistema riconoscerà anche le impostazioni di ogni guidatore e regolerà in automatico elementi quali specchietti e sedili.
Infine, un veicolo connesso può significare anche guida autonoma, prospettiva sulla quale ci si è concentrati intensamente negli ultimi anni.
Elettronica di bordo, e-mobility, connettività, autonomia: sono i 4 temi attorno a cui ruota lo sviluppo dei veicoli. L’auto del futuro sarà un trionfo di connettività, sensori e dati che i sistemi sapranno analizzare e trasformare in informazioni in tempo reale per il guidatore, fino a rendere l’auto in grado di guidarsi da sé.