Si apre il sipario oggi sul Festival della Scienza 2013 a Genova. Tanti i laboratori e i seminari soprattutto per bambini. Ce n'è uno però che ci sta particolarmente a cuore che ha come protagonista la zucca e in cui i vari esperti si susseguiranno per svelare i segreti di questo formidabile ortaggio.
Si apre il sipario oggi sul Festival della Scienza 2013 a Genova. Tanti i laboratori e i seminari soprattutto per bambini. Ce n’è uno però che ci sta particolarmente a cuore che ha come protagonista la zucca e in cui i vari esperti si susseguiranno per svelare i segreti di questo formidabile ortaggio.
La notte di Ognissanti Jack-O’-Lantern, fabbro astuto e avaro ubriacone che l’aveva fatta in barba nientedimeno che al diavolo, gira senza tregua alla ricerca di un rifugio. Ma per la sua infelice anima non c’è posto nella casa di coloro che hanno appeso una lanterna fuori dalla porta. Ecco spiegato perché ad Halloween migliaia di zucche arancioni, come la fine dell’estate, son pronte ad accendersi con i loro sorrisi spettrali.
Ma oltre ad essere utilizzata come luminaria lanterna o trasformata in una comoda carrozza, una zucca a cosa può servire? Indossate i panni dei ricercatori e aiutate i nostri “Scienziati zucconi“ a ricordarlo! Il Festival della Scienza vi propone quest’anno un nuovo laboratorio che, attraverso curiosità e attività sulle zucche, ci aiuterà a scoprire e valorizzare alcuni curiosi protagonisti del mondo scientifico e il loro impegno nel quotidiano.
L’antropologo culturale, lo scienziato che studia le tradizioni e il folklore, ci racconterà alcune leggende e fiabe provenienti dai vari popoli del mondo, dal mito de La zucca della saggezza in Africa a La leggenda di Sleepy Hollow di Irving, senza dimenticare la Sora Zucca ne Le avventure di Cipollino di Rodari. E anche i premi Nobel parlano di zucche, come Faulkner nel suo Mentre morivo.:
Fu da bambino che scoprii quanto è più buona l’acqua quando è rimasta per un po’ in un secchio di cedro. Fra il tiepido e il fresco, che sa come il vento caldo di luglio fra i cedri. Deve rimanerci almeno sei ore, e va bevuta da una zucca. L’acqua non andrebbe mai bevuta dal metallo.
Sapevate ad esempio che anche nella cultura contadina italiana a inizio autunno si svuotavano le zucche e ci si metteva dentro una candela accesa? E proprio come nella tradizione americana, le si intagliavano delle aperture a forma di occhi, naso e bocca!
Queste zucche, chiamate La Morte, venivano messe in giardino dopo il tramonto, avvolte di stracci assumevano le sembianze di mostri provocando un gran spavento nella vittime dello scherzo, in genere bambini mandati fuori casa con la scusa di andare a prendere qualcosa.
Il fitogeografo, lo scienziato che studia la distribuzione delle piante, ci farà tornare indietro nel tempo, volando da un continente all’altro per ricostruire le origini delle zucche. Il numero di specie che possiamo osservare facendo un giro al mercato dell’ortofrutta forse si può contare sulla punta delle dita, ma in tutto il mondo se ne conoscono oltre 800! Zucche gialle dall’Argentina, meloni dall’Iran, zucche spinose dal Guatemala, zucche spugnose dal Vietnam, e ancora zucche a fiasco e angurie dal Africa meridionale. I resti delle prime zucchine coltivate sono stati ritrovati in Messico nella Caverna di Guila Naquitz e sono databili tra i 10.000 e gli 8.000 anni fa, mentre le zucche trombetta venivano coltivate in Perù già 5000 anni fa, come documentano i reperti archeologici dell’insediamento preistorico di Huaca Prieta.
Tutte queste piante in botanica vengono riunite in un gruppo chiamato famiglia delle Cucurbitaceae, la cui comparsa è stimata a circa 16 milioni di anni fa. I loro frutti sono peponidi, bacche dalla scorza rigida che, come piccole barche galleggianti trasportate dalle correnti marine, hanno permesso la dispersione di alcune specie da un continente all’altro, attraverso gli oceani, senza perdere la capacità germinativa dei semi.
L’ecoetologo, lo scienziato che studia il comportamento animale nell’ambiente, ci spiegherà quali sono le tecniche di impollinazione dei fiori di zucca e di dispersione dei semi. Nelle specie selvatiche di Cucurbita i fiori sono impollinati da imenotteri simili a bombi, che impedendo gli incroci, hanno contribuito a isolare e segregare una specie dall’altra. I semi invece possono essere trasportati dagli uccelli che spesso atterrano in un campo di zucche e aprono questi ortaggi per mangiarne la polpa. I semi restano così attaccati alle piume e cadono poi in un altro luogo durante il volo, oppure possono attraversare l’apparato digerente degli animali e venire espulsi tramite il sistema escretore in un’altra zona.
Il fisico acustico, lo scienziato che studia il suono e la sua ricezione, ci farà ascoltare come si propagano le vibrazioni meccaniche all’interno di alcuni strumenti musicali interamente o parzialmente costruiti con le zucche. La zucca viene tuttora utilizzata per costruire strumenti musicali un po’ in tutti i continenti.
Dalle conosciutissime maracas, al berimbao, strumento a corda percossa di origine africana, diffusosi in Brasile in seguito all’importazione degli schiavi africani durante il colonialismo e oggi parte della tradizione della musica latinoamericana, e in particolare della capoeira. In questo strumento, è proprio una zucca secca e cava (detta cabaça) a fungere da cassa di risonanza. Allontanando e avvicinando la zucca al corpo, il suonatore può amplificare o attutire il suono chiudendo o meno l’apertura della cabaça.
Lo scienziato dei materiali, che si occupa dello studio della struttura microscopica dei materiali per capirne le proprietà, ci permetterà di scoprire attraverso la lente e il microscopio come sono organizzati il reticolo e le fibre della luffa, zucca di origine asiatica usata come spugna vegetale.
Ipoallergeniche e biodegradabili, queste spugne facilitano il ricambio cellulare, rendendo la pelle molto più morbida e liscia grazie al loro effetto esfoliante e levigante. La luffa si sciacqua e asciuga facilmente, non ammuffisce e ha una lunga durata nel tempo. Viene inoltre impiegata nella realizzazione di materiale isolante, abrasivo, imballaggi, imbottiture, dischetti detergenti, solette traspiranti e addirittura come substrato per colture idroponiche, andando così a sostituire materiali tradizionali più inquinanti e apportando grandi vantaggi per l’ambiente.
LEGGI anche: Luffa, la spugna vegetale: come utilizzarla e dove trovarla
L’erborista, lo scienziato che studia le caratteristiche delle piante a scopi terapeutici, cosmetici e nutritivi, ci elencherà le varie proprietà benefiche che rendono i semi di zucca uno degli alimenti più ricchi della nostra dieta.
Lo zinco svolge un ruolo fondamentale nel migliorare la memoria, il triptofano aiuta il sistema nervoso centrale a produrre serotonina aiutandoci a godere di un buon riposo, la lutenina contribuisce a migliorare l’elasticità pneumatica, il magnesio permette la corretta attività cardiaca, i sali minerali alcalini contribuiscono a regolare il pH gastrico, i fitosteroli abbassano i livelli di colesterolo nel sangue. I semi di zucca sono inoltre ottimi integratori alimentari, favoriscono la vista ed esaltano l’attività tiroidea.
Il micologo alimentare, lo scienziato che si occupa del controllo dei funghi nel settore dei cibi, ci farà osservare come si decompone una zucca, quali sono e che forme hanno le muffe che attaccano i suoi tessuti. Le malattie da funghi che colpiscono più frequentemente le zucche sono l’oidio (causato da Erysiphe cichoracearum), la peronospora (causata da Pseudoperonospora cubensis), la muffa grigia (causata da Botrytis cinerea), il nerume (causato da Alternaria alternata).
Il gastronomo, professionista degli alimenti a partire dalle origini agrarie fino ad arrivare alla comunicazione, ci presenterà una tavola internazionale imbandita, dove ogni piatto avrà le zucche trai suoi ingredienti. La zucca è comunemente usata nella cucina di diverse culture: i pumpkin cookies statunitensi, la marmellata di zucca austriaca, i ravioli ripieni italiani, la crema dolce thailandese, gli speziati fugath mangiati come contorno in India, la messicana calabaza en jarabe, goloso dessert freddo di zucca con lo sciroppo, temperato dall’acidulo dell’arancia e dallo speziato della cannella.
E allora cosa aspettate a conoscere le nostre zucche e i nostri scienziati? Non potete sicuramente perdervi questa nuova e avvincente indagine ortolana! Adesso tocca a voi mettere un po’ di sale in zucca!
Per saperne di più visita: www.festivalscienza.it
Giovanni Di Stefano