Una struttura sostenibile in cui si respira la combinazione tra tradizione e innovazione. Il Padiglione spagnolo a Expo 2015 sceglie la valigia dell’artista catalano Antoni Miralda per accompagnare i visitatori in un viaggio tra sapori e paesaggi iberici.
Coltivando il futuro. Una struttura sostenibile in cui si respira la combinazione tra tradizione e innovazione. Il Padiglione spagnolo a Expo 2015 sceglie la valigia dell’artista catalano Antoni Miralda per accompagnare i visitatori in un viaggio tra sapori e paesaggi iberici.
Concetto centrale è quello di unire passato e futuro, un’idea ben rappresentata anche nella struttura che lega l’acciaio al legno.
Due grandi caseggiati, il primo che riprende la forma di una bottiglia d’olio, il secondo che ricrea l’ambiente della plaza spagnola. Insieme formano una serra a doppia navata che ospita aree verdi e orti didattici. È così che mangiando una tapa, si ci si ritrova sotto un suggestivo pergolato di fragole. Tre in tutto le aree del padiglione dedicate rispettivamente al territorio, ai prodotti e alla gastronomia.
Molte le installazioni multimediali, sul pavimento compaiono le parole dieta, sole, caldo, aria, vita, sulle pareti i piatti diventano schermi in cui i gli chef cucinano. Di contorno informazioni sulle coltivazioni. “In un Paese come la Spagna – dicono gli organizzatori – le buone pratiche in campo agroalimentare sono la chiave di successo per una gestione più sostenibile delle risorse”.
Il Padiglione. Disegnato dallo Studio B720 Arquitectos guidato da Fermín Vázquez. Spazi esterni e interni si intrecciano, con una prevalenza di zone all’aria aperta in cui ci si può rilassare tra il patio degli aranci (albero simbolo dell’identità iberica) il chiringuito e l’auditorium. Il Padiglione è ispirato al concetto di architettura temporanea con l’impiego di materiali sostenibili e moduli prefabbricati, smontabili a fine manifestazione.
Dominella Trunfio