Eurovision: com’è finita la storia dell’apartheid del panino per i volontari

Alla fine, la questione si è ridotta a un mero battibecco politico e buona pace a tutti. Ai volontari e all’Eurovision. E anche ai panini

Che fossero dei volontari non vuol dire che non abbiano diritto a un pasto offerto da chi organizza l’evento. Anche perché stiamo parlando dell’Eurovision, per il quale qualche milioncino gira, e non della sagra della ficattola a Impruneta.

Eppure tanto è stato e, ovviamente, un po’ di polverone lo ha alzato: le volontarie e i volontari che ruotano attorno all’Eurovision 2022, l’evento tanto atteso a Torino in programma il 10, il 12 e il 14 maggio prossimi, il panino non lo avranno. O forse sì?

L’importante è che siano felici! Pare un po’ voler dire il sindaco Lo Russo, intento a smorzare la polemica.

Cos’era successo

Nelle scorse ore, la polemica è scoppiata dopo che una comunicazione era stata inviata ai ragazzi che si sono proposti come volontari per lavorare dietro le quinte dell’Eurovision 2022. Loro non verranno retribuiti e presteranno (libera scelta) la loro attività gratuitamente, ma a quanto pare dovranno provvedere anche al loro sostentamento di quei giorni.

Almeno così si evince dalla chiara email dell’organizzazione:

Cari volontari Vip Lounge assistant, vi informiamo che nei giorni in cui presterete servizio nella Vip Lounge (10-12-14 maggio) sarà presente un servizio di catering a SOLO uso degli invitati. Perciò vi ricordiamo che non avrete la possibilità della consumazione a buffet. Vi chiediamo quindi di organizzarvi sul momento per poter fare una pausa ed uscire dalla lounge solo se vi siete portati da mangiare e/o bere.

Grazie per l’attenzione.

Cosa significa? Che non è consentito, quindi, a coloro che presteranno servizio nell’area Vip, avvicinarsi al catering cui piuttosto attingeranno gli ospiti. Ognuno di loro provveda da sé al pranzo o la cena e buon lavoro a tutti.

Quanto scritto ha fatto in pochissime ore il giro del web e la questione è stata sollevata non solo dai diretti interessati, ma anche da alcuni rappresentanti politici. Uno fra tutti, Giuseppe Iannò, che sbotta:

Una discriminazione bella e buona alle spalle di volontari che lavorano senza un compenso, un vero ‘apartheid del panino’ con tutti i milioni di euro investiti nell’evento. Una vera vergogna vengono reclutati giovani volontari/e non retribuiti, che avranno il compito di accogliere le 41 delegazioni internazionali e mansioni varie, quali fornire informazioni e collaborare sotto varie forme all’organizzazione dell’evento. Niente di nuovo sotto il sole, solite dinamiche di impiego dei volontari, in cambio di un’occasione per sentirsi protagonisti di un evento internazionale con un ‘compenso simbolico’: un’uniforme, utilizzo gratuito dei trasporti pubblici e un buono pasto. E qui si potrebbe affermare metaforicamente ‘qua casca l’asino!’.

Ok, i volontari sono volontari però… Rimedieremo!

Interrogato sulla vicenda, il sindaco Lo Russo ha liquidato le polemiche, ricordando che – tutto sommato – i volontari sono contenti di essere tali.

I 700 volontari impegnati per l’Eurovision sono un patrimonio importante che renderanno possibile l’evento. È stato un disguido comunicativo perché come sanno bene i volontari che sono coinvolti e a quanto ci risulta sono tutti estremamente felici di essere stati coinvolti, questo è stato un problema che non è stato sollevato da solo. Certamente quella comunicazione è stata una comunicazione infelice, però io andrei un pochino oltre e guarderei al merito delle questioni e al fatto che l’iniziativa si sta sviluppando e credo che questa sia la cosa più importante di tutte. Poi ci possono essere infortuni nella comunicazione, questo lo è stato e ci dispiace, però siamo convinti per quello che ci stanno trasmettendo i volontari che loro sono estremamente contenti e questo per noi è estremamente importante.

E continua:

Adesso ci stiamo occupando di Eurovision, il programma è nato sulla base di volontari. Abbiamo dato ai volontari un biglietto di quelli della città, in modo tale che anche loro potessero entrare al PalaAlpitour compatibilmente con i loro turni di servizio. Per i prossimi eventi vedremo come impostare meglio, se serve, questo tema. Ma non dimentichiamoci mai che i volontari sono volontari.

Saranno pure volontari per libera scelta, suvvia, ma un pasto a questi ragazzi quanto avrebbe gravato sui conti finali?

Post scriptum

Certo che esiste la sagra della ficattola a Impruneta, in provincia di Firenze, ed è in programma proprio in questi giorni di maggio.

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