Un'iniziativa avviata dall'Ue con Close the Gap, un'organizzazione non-profit che aiuta a colmare il divario digitale in tutto il mondo ha raccolto i pc provenienti da aziende IT in tutto il Vecchio Continente, rimettendoli a nuovo e fornendoli ai progetti esistenti a livello locale gestiti nei paesi in via di sviluppo.
I PC non più utilizzati in Europa possono trovare una seconda vita? La risposta a tale quesito ha una valenza sociale. Un’iniziativa avviata dall’UE con Close the Gap, un’organizzazione non-profit che aiuta a colmare il divario digitale in tutto il mondo ha raccolto i PC provenienti da aziende IT di tutto il Vecchio Continente, rimettendoli a nuovo e fornendoli ai progetti esistenti a livello locale gestiti nei paesi in via di sviluppo.
Ed è per questo che i bambini della Scuola Elementare “Our Lady of Nazareth” di Nairobi, hanno finalmente avuto la possibilità di utilizzare il pc e di imparare l’informatica. In questo modo, attraverso il riuso dei computer viene data una seconda vita al materiale IT, garantendo ai bambini l’avvicinamento al mondo dell’informatica e riducendo il digital divide.
Grazie a tale progetto le aziende in Europa possono agire in maniera più responsabile e garantire ai cittadini del terzo mondo nuove possibilità di sviluppo attraverso l’utilizzo delle tecnologie.
Dal 2004, anno di avvio dell’iniziativa, sono stati oltre 160mila i computer raccolti sostenendo 650 progetti in 40 paesi diversi.
I bambini di Nairobi che frequentano la Scuola Elementare “Our Lady of Nazareth” sono 1.800 e ciascuno di essi avrà la possibilità di usare un computer. Michael Ouma, insegnante di Informatica, ha spiegato al commissario Neelie Kroes che i bambini sono davvero felici del risultato: finalmente potranno utilizzare un PC.
Una piccola studentessa, sorridendo, racconta: “È molto interessante. Mi piacciono Microsft Excel, Internet, Twitter, Google, Facebook“. Il loro desiderio di conoscenza sicuramente può salvarli e aiutarli ad emanciparsi dalle realtà difficili da cui spesso provengono. A Nairobi, come in altri paesi africani, le persone vivono con meno di un dollaro al giorno.
Joseph Ondu, un altro insegnante di informatica della scuola spiega il perché dell’importanza dell’iniziativa: “È una grande opportunità per imparare a usare il computer. Molti di questi bambini sono orfani“. E la conoscenza, favorita anche dall’uso dei pc, per loro può singificare un futuro differente.
I computer dell’Europa trovano una seconda vita in Africa, così come i bambini che grazie ad essi potranno studiare e imparare, alla ricerca anch’essi della possibilità di un futuro migliore, che finora la vita ha loro negato.
Redazione greenMe.it