Ecco le prime quattro proposte giunte al WWF nell'ambito della campagna RiutilizziAMO l'Italia, per salvare le aree degradate o dismesse con una riduzione del consumo di suolo
Riutilizziamo l’Italia. È questa la campagna lanciata dal WWF all’inizio dell’estate. Scoprire quali sono le aree che dismesse o degradate del nostro sfortunato paese e cercare di recuperarle regalando loro una nuova vita attraverso una nuova destinazione d’uso. C’è tempo fino al 31 ottobre per segnalare tesori nascosti a rischio compilando l’apposita scheda di censimento on line sul sito del WWF, suggerendo anche il modo per riconvertirle in chiaver green, evitando un ulteriore consumo di suolo.
E ci sono già le prime quattro idee per riutilizzare il suolo del nostro paese, salvandolo dal consumo. Si tratta di 4 storie tratte dalle 100 segnalazioni finora arrivate con cui i cittadini hanno raccontato come ‘recuperare’ il territorio italiano. Da Torino alla Sarderna, passando per Roma per finire a Napoli. Ed ecco quali sono le 4 aree salvate grazie alla campagna RiutilizziAMO l’Italia.
1. Il parco urbano con fattorie didattiche al posto dell’ospedale ‘pericolante’ di Torino. L’ex- Ospedale Einaudi del capoluogo piemontese, costruito negli anni ‘20 ed attualmente indicato nella scheda come una struttura abbandonata e pericolante, dopo varie vicissitudini, tra cui la chiusura nel 1997, è rimasto inutilizzato dal 2003. Ma l’associazione “Sapori e Sapori” ha inviato la segnalazione al WWF scegliendo questa location per trasformarla in un parco urbano con la presenza di fattorie didattiche.
2. A Tor Fiscale terreni incolti e baracche. Un progetto di recupero degno di tesi. Siamo a Roma, in una zona degradata adiacente al Parco di Tor Fiscale. Si tratta di area è pubblica dotata di un grande spazio verde purtroppo degradato e incolto, all’interno di un’area di pregio naturalistico che rientra nel sistema del Parco dell’Appia Antica. L’idea di riqulificarlo è venuta ad uno studente che sta preparando la tesi di laurea sulla riqualificazione dell’area indicata a proposito della quale ha detto: “Nel mio progetto di tesi sul recupero di quest’area ho immaginato di creare una rete di verde che si riaggancia al Parco dell’Appia Antica e di riqualificare in modo sostenibile gli edifici residenziali degradati e abbattere le baracche ancora presenti“.
3. Un ‘arsenale’ di edifici e aree naturali ai piedi di Posillipo. Il vecchio arsenale dell’esercito del quartiere di Fuorigrotta, a Napoli oggi è del tutto abbanonato. Ma all’interno nasconde alcuni edifici e una vasta area naturale con vegetazione spontanea e alberi, un luogo caratteristico adagiato ai pedi della collina di Posillipo. Un peccato lasciarlo divorare dal tempo e dall’incuria.
4. Turismo responsabile al posto del lido abbandonato di Sassari. La quarta idea ha sede in sardegna, e precisamente in Località Platamona dove una struttura vicino alla spiaggia, attualmente completamente abbandonata, nota come Lido Iride è abbandonata a sé stessa. Fino agli anni ‘60- ‘80 era un punto di ritrovo e di svago durante tutto il periodo estivo, animato da concerti, serate musicali, ristorazione e altri servizi. Ora invece quello che resta è un rudere pericolante. Per questo un cittadino della zona ha inviato la segnalazione al WWF proponendo di creare “un punto di ritrovo multiservizi per ridare vita ed entusiasmo ad un’area che potrebbe dare molti più posti di lavoro e incentivare un turismo ecosostenibile anziché essere utilizzata, come accade ora, come discarica dai bagnanti che si recano delle spiagge antistanti“.
Grazie alla campagna RiutilizziAMO l’Italia, il WWF Italia sta cercando da una parte di porre un freno al consumo del suolo, dall’altro di rivalutare aree ed edifici ormai dismessi. Scopo finale è invertire la tendenza (fotografata nel dossier WWF-FAI “Terra Rubata – Viaggio nell’Italia che scompare”, gennaio 2012) che fa temere, in assenza di interventi correttivi, un consumo di suolo nei prossimi 20 anni di oltre 75 ettari al giorno.
Il primo passo per limitare il consumo del suolo, che necessita però di provvedimenti decisi. Oggi, il Ministro per le politiche agricole Catania ha illustrato le prime iniziative concrete per frenare l’edificazione nei territori agricoli.
FAI e WWF hanno accolto positivamente il pacchetto di iniziative presentate oggi: “Nel merito dei contenuti del provvedimento illustrati oggi dal ministro Catania, FAI e WWF ritengono che ci siano tre i punti di forza che fanno dire alle due associazioni che si è sulla buona strada: 1. la norma che stabilisce che venga determinato un tetto alla ‘estensione massima di superficie agricola edificabile’; 2. l’abrogazione della disposizione che consente ai Comuni di coprire le spese correnti con gli introiti derivanti dal pagamento degli oneri di urbanizzazione; 3. il vincolo decennale di destinazione d’uso peri terreni agricoli, che abbiano ricevuto aiuti comunitari e statali“.
Secondo le due associazioni, quella del ministro Catania è la “prima iniziativa per arrestare quel processo irreversibile che dal Dopoguerra ad oggi ha caratterizzato lo sviluppo dell’Italia“.
Francesca Mancuso