Quattromila morti all'anno, con oltre 21mila casi di mesotelioma maligno diagnosticato dal 1993 al 2012 (ben sei mila casi in più rispetto al precedente aggiornamento del Registro nazionale mesotelioma di Inail risalente al 2008). A 26 anni dalla sua messa al bando, l’amianto è ancora diffusissimo in diverse forme
Quattromila morti all’anno, con oltre 21mila casi di mesotelioma maligno diagnosticato dal 1993 al 2012 (ben sei mila casi in più rispetto al precedente aggiornamento del Registro nazionale mesotelioma di Inail risalente al 2008). A 26 anni dalla sua messa al bando, l’amianto è ancora diffusissimo in diverse forme.
Sul nostro territorio i problemi connessi allo smaltimento sono ancora causati, spesso, dalla scarsa cura da parte delle aziende che se ne occupano, e che in alcuni casi si trasforma in vera e propria criminalità (quante volte l’informazione ci ha fatto scoprire discariche illegali nell’acqua e nel terreno?). Di più: spesso, le istituzioni non hanno affrontato il problema di una efficace vigilanza. Tutto questo ha provocato – e tuttora provoca – un gran numero di vittime, che il 28 aprile vengono ricordate nella Giornata mondiale dedicata alle vittime dell’amianto, nell’ambito della Giornata mondiale della Salute e sicurezza sul lavoro.
La questione legata all’amianto, si può dire, è antica quanto l’utilizzo di questo materiale. Già alla fine dell’800, infatti, alcuni studi scientifici avevano osservato come l’esposizione all’asbesto potesse costituire una delle cause scatenanti di alcune gravi malattie dell’apparato respiratorio, come il mesotelioma pleurico e il carcinoma polmonare. E durante la Seconda guerra mondiale una ricerca condotta in Germania registrò come, diminuendo l’esposizione all’amianto, le malattie respiratorie per i lavoratori diminuissero.
In Italia, dove in alcune zone – principalmente in Piemonte, dove a Casale Monferrato per molti anni è stata attiva una fabbrica di Eternit; e nel nord est (Gorizia e Monfalcone), ma anche al sud – il problema amianto è da molti anni al centro di incessanti dibattiti fra il Governo e le Associazioni per le vittime dell’amianto. La prima norma definitiva è del 1992, con la Legge 257 che ordinò il divieto di utilizzo dell’amianto e la bonifica di tutti i manufatti che lo contenevano. Altrettanto importante, nella stessa legge venne sancito il riconoscimento delle malattie connesse all’esposizione all’amianto come malattie professionali.
Questo, tuttavia, non ha impedito ad alcune aziende di continuare l’utilizzo dell’amianto – chiamato Eternit o Fibronit – nei procedimenti di fabbricazione e nei prodotti, con la conseguenza che il numero delle vittime, di fatto, non si è mai arrestato. Basta una sola fibra d’amianto (del diametro di un millesimo di millimetro), per causare un principio di malattia mortale.
Per questo nella Giornata mondiale della Salute e sicurezza sul lavoro si celebra la Giornata mondiale alla memoria delle Vittime dell’amianto. Le stime (per difetto) di CNR-Inail parlano di ben 32 milioni di tonnellate; il Programma nazionale di bonifica dei Siti di Interesse Nazionale conta 75mila ettari di territorio in cui è accertata la presenza di materiale in cemento amianto, il Ministero dell’Ambiente riporta oltre 44mila siti contenenti amianto di cui 2.236 bonificati e 41.350 ancora da bonificare. Stime purtroppo destinate a crescere vista l’incompleta documentazione inviata dalle Regioni al Ministero dell’Ambiente: la Calabria addirittura non ha mai inviato il report annuale e altre cinque regioni (Marche, Abruzzo, Molise, Puglia e Basilicata) non hanno fornito i dati del 2014.
“Il risanamento ambientale, la bonifica e il corretto smaltimento dei materiali contenenti amianto devono essere le prioritàper portare a zero il rischio connesso con l’esposizione alla pericolosa fibra – ha dichiarato il responsabile scientifico di Legambiente Giorgio Zampetti, nel suo intervento alle Giornate di studio di Casale Monferrato -. Per questo però occorre un serio impegno da parte delle Regioni e di tutti gli enti locali e nazionali competenti. È urgente intervenire tanto sui grandi siti industriali quanto sugli edifici pubblici e privati; bisogna completare il censimento e gestire con attenzione i sistemi e gli impianti per il trattamento e lo smaltimento dei materiali contenenti amianto. È poi necessario predisporre adeguati strumenti per una corretta informazione sul problema amianto, su come comportarsi per eseguire interventi corretti e sui rischi derivanti dall’esposizione alle fibre dovuta al deterioramento delle strutture ma anche allo smaltimento illegale dei materiali”.
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In occasione della Giornata mondiale delle vittime dell’amianto e per la salute e la sicurezza sul lavoro, il Comune di Casale Monferrato, città simbolo della lotta alla fibra killer, ospiterà tre giorni di eventi, dal 27 al 29 aprile 2018.
Si parte venerdì 27 con l’evento Vita a Impatto Zero, organizzato da Libera in collaborazione con Legambiente, Confraternita degli Stolti, ANPI, AFEVA, Scuole Insieme e Comune di Casale Monferrato. La manifestazione che si svolgerà nel parco Eternot, nato proprio dove un tempo sorgeva la fabbrica Eternit, ha l’obiettivo di sensibilizzare i ragazzi delle scuole. La sera, invece, al Teatro Municipale si terrà lo spettacolo I PassoCarrabile tra le Corde del Tempo, un viaggio dai nelle canzoni tra musica, parole e danza. Parte dell’incasso sarà devoluto a AFEVA.
Sabato 28 aprile, sempre presso il Teatro Municipale avrà luogo dalle ore9 l’evento Per non dimenticare. Poi si svolgerà la cerimonia di premiazione della II edizione del Premio Vivaio Eternot, dedicato a coloro che si sono distinti per l’impegno profuso nella cura, la ricerca, la diffusione dell’informazione, in importanti e significative azioni di bonifica, nelle battaglie sociali e legali legate ai danni causati dall’amianto.
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