L’Etna proclamato ufficialmente Patrimonio Unesco

L’Etna è stato proclamato ufficialmente Patrimonio dell’Unesco. L’annuncio era avvenuto lo scorso maggio, oggi la proclamazione ufficiale, che è stata accolta in modo positivo dal Ministero dell’Ambiente. L’annuncio è avvenuto in occasione della 37a sessione del Comitato del Patrimonio Mondiale, che si è tenuta in Cambogia alla presenza dei rappresentanti di oltre 180 Paesi.

L’Etna è stato proclamato ufficialmente Patrimonio dell’Unesco. Un primo annuncio era avvenuto lo scorso maggio, oggi la notizia ufficiale, che è stata accolta in modo positivo dal Ministero dell’Ambiente. La proclamazione è avvenuta in occasione della 37a sessione del Comitato del Patrimonio Mondiale, che si è tenuta in Cambogia alla presenza dei rappresentanti di oltre 180 Paesi.

Si tratta di un traguardo significativo per l’Italia, che permette al nostro Paese di coniugare la tutela dell’ambiente con la valorizzazione del territorio. È necessario percorrere la strada dello sviluppo sostenibile, come aveva dichiarato il Ministro dell’Ambiente Andrea Orlando in occasione dell’annuncio della futura proclamazione ufficiale.

Nella giornata di oggi il Ministro Orlando ha inoltre dichiarato quanto segue: “È una splendida notizia per l’Italia, un meritato premio al profondo impegno del Parco dell’Etna e del ministero dell’Ambiente a sostegno della candidatura del vulcano siciliano a patrimonio mondiale dell’umanità. Il riconoscimento dell’Unesco premia ancora una volta l’eccezionale valore delle risorse naturalistiche italiane e mette in rilievo l’importanza delle politiche nazionali e locali di conservazione che contribuiscono alla valorizzazione del territorio”.

L’importante riconoscimento mondiale assegnato all’Etna è la dimostrazione del grande patrimonio naturalistico, culturale e storico che l’Italia possiede. Attualmente il nostro Paese è la nazione con il maggior numero di siti, ben 47, inclusi nella lista dei patrimoni dell’umanità. Una Penisola simbolo di bellezza e ricco di bellezza, come quella del paesaggio, dei luoghi, ma anche quella dei gesti, dei comportamenti e delle idee. E l’Unesco in qualche modo ce lo ha ricordato assegnando un prestigioso riconoscimento al più grande vulcano d’Europa, che ogni richiama ricercatori e turisti per il suo valore naturalistico e scientifico“, commenta il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza “Questo risultato – dichiara poi Cogliati Dezza – deve essere un punto di partenza per impegnarsi ancora di più nella tutela, valorizzazione e salvaguardia nelle bellezze del Belpaese, troppo spesso minacciate da fenomeni come ad esempio l’abusivismo, le illegalità o i tagli alla cultura. Puntare sulla bellezza è una chiave fondamentale per capire come il nostro Paese possa ritrovare le idee e la forza per guardare con ottimismo al futuro“.

Il riconoscimento dell’Etna, vero e proprio simbolo del Mediterraneo, come Patrimonio dell’Umanità, è stato accolto in modo unanime dai 21 stati membri del Comitato Unesco. I rappresentanti di 13 Paesi, tra cui Francia e Svizzera, si sono congratulati con l’Italia per l’eccellente candidatura e per la qualità del dossier presentato.

L’Etna è il quarto patrimonio mondiale italiano riconosciuto dall’Unesco per criteri naturali, dopo le isole Eolie, il monte San Giorgio e le Dolomiti. Secondo la Coldiretti, che è intervenuta a commentare la notizia, la tutela Unesco traina il Made in Italy: “La decisione dell’Unesco di inserire l’Etna nel patrimonio dell’umanità traina il turismo e la tradizione enogastronomica Made in Sicilia, che trova ai piedi del vulcano le sue espressioni migliori”.

Coldiretti sottolinea inoltre che sono numerosi i prodotti Dop di qualità riconosciuti dall’Unione Europea che si trovano in questo territorio, dal pistacchio verde di Bronte alla ciliegia dell’Etna, dal ficodindia dell’Etna all’extravergine Monte Etna, ma grandi qualità si riscontrano anche per le produzione locali di vino, miele, arance, pesche, fragole, mandorle, castagne e ortaggi. “Un successo per la Sicilia e l’Italia, che per tornare a crescere – conclude la Coldiretti – deve puntare sui valori identitari del proprio territorio, unico ed esclusivo, per competere a livello internazionale”.

Marta Albè

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