Fuoriuscita di petrolio in Basilicata: nessuno ne parla, ma è partita l’indagine (FOTO)

Fuoriuscita di petrolio dal Centro Olio Eni Val d’Agri (COVA), in Basilicata. Il 3 febbraio scorso, l’Autorità Giudiziaria ha posto sotto sequestro un pozzetto nell’area industriale di Viggiano. Nei giorni scorsi, inoltre, la Procura di Potenza ha avviato un’indagine ma nessuno ne parla

Fuoriuscita di petrolio dal Centro Olio Eni Val d’Agri (COVA), in Basilicata. Il 3 febbraio scorso, l’Autorità Giudiziaria ha posto sotto sequestro un pozzetto nell’area industriale di Viggiano. Nei giorni scorsi, inoltre, la Procura di Potenza ha avviato un’indagine ma nessuno ne parla.

Dal canto suo, il colosso petrolifero ha fatto sapere di aver accertato il punto di origine di fuoriuscita dio idrocarburi. Si tratta di uno dei serbatoi di stoccaggio del greggio stabilizzato. Per fortuna, se di fortuna si può parlare in questi casi, le verifiche condotte sugli altri 2 serbatoi non hanno riscontrato anomalie.

“Eni, in via precauzionale, aveva già avviato le operazioni di svuotamento del serbatoio che è stato messo fuori servizio per tutti i necessari interventi. Eni conferma che le azioni di messa in sicurezza poste in essere, tramite la realizzazione di 14 pozzetti lungo il perimetro sud all’interno del COVA, hanno consentito di creare un’efficace barriera per impedire la migrazione del fluido verso l’esterno” aveva fatto sapere la società.

Quest’ultima aveva però confermato la presenza di idrocarburi sul terreno in prossimità dei pozzetti della rete fognaria, attivando la procedure di messa in sicurezza.

“Dai sondaggi finora effettuati non si ha evidenza di interessamento della falda acquifera” assicura Eni.

lago pertusillo
lago pertusillo2

Ma intanto è partita l’indagine che dovrà accertare quanto accaduto. Dal canto suo, Eni si difende sostenendo che le operazioni per la messa in sicurezza dei terreni sia esterni che interni all’impianto

“sono state condotte nella massima efficacia e nel rispetto dell’ambiente e della salute dei cittadini e dei lavoratori” riuscendo a impedire la dispersione dei fluidi verso l’esterno:

“Dalle verifiche effettuate finora non si rileva alcuna evidenza di un interessamento della falda acquifera né del fiume Agri e delle acque del Lago Pertusillo”.

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Ma c’è poco da star tranquilli se si guardano le immagini sopra, scattate da un drone e pubblicate dalla Gazzetta di Val D’Agri. Le acque del lago Pertusillo negli ultimi giorni hanno cambiato colore, diventando scure, marroni.

A seguire la vicenda è Maurizio Bolognetti, leader dei Radicali Lucani, cacciato via mentre cercava di filmare l’accaduto.

Cosa sta succedendo davvero? La Basilicata purtroppo deve e dovrà ancora fare i conti con le conseguenze legate allo sfruttamento del petrolio.

Francesca Mancuso

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