In arrivo 502 milioni di euro per la transizione energetica: il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) ha dato il via libera alle risorse per il triennio 2024-2026 per la ricerca e lo sviluppo nell’ambito delle attività del programma internazionale Mission Innovation’. Cosa cambierà?
502 milioni di euro in tre anni (2024-206) per sviluppare e promuovere le tecnologie energetiche pulite: il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) ha dato il via libera alle risorse finanziare per attuare nell’ambito delle attività del programma internazionale Mission Innovation’. Potremmo davvero essere vicini alla transizione energetica?
Come si legge sul sito del MASE, il programma, in particolare, suddivide i 502 milioni di euro su diverse linea di attività, in particolare:
- 182 per rinnovabili, tecnologie di rete elettriche e stoccaggio dell’energia;
- 118 per l’idrogeno rinnovabile, fino alla realizzazione di prototipi industriali;
- 135 al settore nucleare, prevedendo la realizzazione di attività di ricerca e sperimentazione sui piccoli reattori modulari di terza e quarta generazione nel breve-medio periodo e sulle tecnologie di fusione per il lungo periodo;
- 36 per progetti trasversali che includono temi come materie prime critiche e materiali avanzati, elettrolizzatori, bioidrogeno, biocarburanti e integrazioni con le reti;
- 11 per progetti internazionali finalizzati a garantire la cooperazione industriale e la collaborazione con le principali istituzioni del settore energetico
Il nostro impegno per sostenere la transizione energetica del Paese – commenta il ministro Gilberto Picchetto – si rafforza ulteriormente con un consistente aumento di risorse pubbliche dedicate al sostegno della ricerca e dell’innovazione di tecnologie pulite per contenere le emissioni climalteranti. Andiamo avanti su questa strada con convinzione e pragmatismo per arrivare con ancora maggiore determinazione al negoziato della Cop 28 di Dubai
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Proprio a poco più di due settimane dalla COP28 e dopo pochi giorni un accordo storico tra USA e Cina, in un ultimo rapporto l’Onu ha analizzato proprio i piani climatici che i 195 Paesi hanno siglato, inclusi 20 Ndc nuovi o aggiornati presentati fino al 25 settembre 2023. Ebbene, i piani nazionali di azione per il clima rimangono insufficienti per limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5 gradi Celsius e raggiungere gli obiettivi dell’accordo di Parigi.
I famigerati e tanto agognati obbiettivi di Parigi potrebbero e dovrebbero essere raggiunti dicendo davvero stop agli investimenti all’industria fossile, ma il summit di Dubai di fine novembre sarà presieduto dall’amministratore delegato di una compagnia petrolifera.
Tutto questo, a prescindere, non fa stare molto tranquilli.
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Fonte: MASE / MASE/Linkedin
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