Energia dalle maree: questa turbina mareomotrice che sembra un “aquilone” ne produce oltre 1,2 MW

Come l'energia del mare, con progetti innovativi come il Dragon 12 di Minesto, potrebbe soddisfare il 10% della domanda di elettricità in Europa entro il 2050, rivoluzionando il settore delle energie rinnovabili

E se vi dicessimo che il futuro dell’energia non è nel vento, né nel sole, ma nascosto nelle profondità dei nostri oceani? Questo futuro prende forma grazie a una tecnologia rivoluzionaria, il Dragon 12, sviluppato dall’azienda svedese Minesto. Un sistema che sfida le convenzioni e promette di trasformare il modo in cui pensiamo all’energia marina. Questo sistema unico, caratterizzato da un design innovativo a forma di aquilone, si distingue per il suo peso di 25 tonnellate e una potenza nominale di 1,2 megawatt (MW). La sua implementazione di successo a Vestmanna, nelle Isole Faroe, in Danimarca, ha dimostrato la sua efficacia e potenziale nel settore dell’energia marina.

L’elemento chiave di questo sistema è un’ala che incorpora una turbina direttamente collegata a un generatore, integrato all’interno di una navicella. Questa configurazione permette un controllo preciso dell’ala, che si muove grazie ai timoni e agli ascensori situati nella sua parte posteriore. L’ancoraggio dell’ala è posizionato sul fondo marino e comprende i cavi necessari per la comunicazione e l’alimentazione, facilitando le operazioni di installazione e recupero.

Per tutelare questa tecnologia avanzata, Minesto ha acquisito 92 brevetti, raggruppati in 12 portafogli, che garantiscono una copertura nei mercati principali. Il Dragon 12 è l’ultimo arrivato in una serie di sistemi che hanno visto la luce a partire dal 2019, con il modello originale seguito dalla seconda generazione nel 2020 e dal Dragon 4 nel 2022. Quest’ultimo, come il suo successore, ha dimostrato di essere in grado di fornire energia elettrica alla rete locale.

Il principio operativo del Dragon 12

Come accennato poco fa, il funzionamento del Dragon 12 è basato sul principio del volo di un aquilone. Sfruttando la portanza idrodinamica creata dalle correnti sottomarine, l’ala del sistema segue una traiettoria predefinita a forma di otto, permettendo alla turbina di ruotare a una velocità superiore a quella della corrente reale. Questo metodo innovativo assicura una conversione efficiente dell’energia oceanica in elettricità.

Gli ingegneri hanno applicato le medesime procedure sviluppate per il Dragon 4, dimostrando l’adattabilità di queste tecniche anche per centrali mareomotrici di dimensioni maggiori. Nonostante il D12 sia dieci volte più pesante del suo predecessore, le operazioni di dispiegamento non hanno richiesto cambiamenti significativi rispetto al funzionamento del modello precedente.

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Fonte: Minesto

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