C'è un posto nel mondo dove il petrolio non serve, e neanche le fonti fossili. Basta il sole. È il piccolo territorio di Tokelau, isolotto del Pacifico il cui fabbisogno energetico è soddisfatto esclusivamente dall'energia solare. Ne avevamo già parlato la scorsa estate ma finalmente l'isola è riuscita ad affrancarsi del tutto dalle fonti fossili, affidandosi al calore e alla luce del sole per sopravvivere senza bisogno d'altro. Per questo, alla luce dei risultati ottenuti ha chiamato a raccolta altre 14 nazioni del Pacifico invitandole a fare altrettanto e a combattere in questo modo i cambiamenti climatici
C’è un posto nel mondo dove il petrolio non serve, e neanche le fonti fossili. Basta il sole. È il piccolo territorio di Tokelau, isolotto del Pacifico il cui fabbisogno energetico è soddisfatto esclusivamente dall’energia solare.
Ne avevamo già parlato la scorsa estate ma finalmente l’isola è riuscita ad affrancarsi del tutto dalle fonti fossili, affidandosi al calore e alla luce del sole per sopravvivere senza bisogno d’altro. Per questo, alla luce dei risultati ottenuti ha chiamato a raccolta altre 14 nazioni del Pacifico invitandole a fare altrettanto e a combattere in questo modo i cambiamenti climatici.
Formato da tre atolli corallini, Fakaofo, Atafu e Nukunun, Tokelau ospita oltre 4000 pannelli solari. Questi ultimi hanno fatto guadagnare al paese il suo lodevole primato. L’ultimo generatore diesel di Tokelau è stato spento a fine anno, e al suo posto sono stati installati nuovi impianti solari.
Adesso che sono riuscite e liberarsi dalle fonti inquinanti, le popolazioni di alcuni degli arcipelaghi del Pacifico sono scese in campo per diffondere l’idea nel maggior numero di paesi e per farsi promotrici di una ‘rivoluzione’.
Gli attivisti hanno dato luogo simultaneamente a numerosi eventi non solo a Tokelau ma anche nelle isole Fiji, Samoa, Samoa Americane, Tonga, Isole Salomone, Vanuatu, Niue, Isole Cook, Stati federati di Micronesia, Isole Marshall, Palau, Nauru, Tuvalu e Kiribati, nel Warrior Day of Action.
La campagna vuole dunque contrastare l’utilizzo dei combustibili fossili, la principale fonte di emissioni di gas a effetto serra, responsabile del cambiamento climatico. “Sappiamo che è una grossa sfida contro l’industria dei combustibili fossili“, ha detto Mikaele Maiava, portavoce del gruppo di attivisti. “È la produzione di carbone, petrolio e gas a mettere a rischio il nostro futuro. Non possono coesistere entrambe. Ed è il nostro futuro che deve vincere“.
“Il futuro dei nostri figli improvvisamente sembra più luminoso, perché abbiamo avuto la visione e la perseveranza necessaria ad eliminare i combustibili fossili e passare al 100% di energie rinnovabili” conclude.
Un esempio da seguire.
Francesca Mancuso
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