Testato negli Emirati Arabi il primo desalinizzatore industriale a energia solare

Nel tentativo di risolvere simili problematiche, L'agenzia per lo Sviluppo di Abu Dhabi sta testando in questi giorni un nuovo sistema di desalinizzazione industriale a energia solare. L'obiettivo principale è quello di migliorare la resa dei pannelli solari, che nelle aree desertiche hanno vita difficile per vari motivi, tra cui lo sbalzo termico tra giorno e notte, le altissime temperature, l'azione dannosa della sabbia e via dicendo

Negli Emirati Arabi Uniti, come in molti altri paesi a clima desertico, una parte dell’approvvigionamento di acqua potabile è garantita da impianti di desalinizzazione, che permettono di eliminare dall’acqua il cloruro di sodio (il sale, appunto) e altre sostanze disciolte. Questo processo è reso possibile da impianti industriali che, al solito, sono alimentati da fonti fossili tradizionali (anche se, come abbiamo visto, c’è chi ha messo in commercio dispositivi portatili a energia solare). Tali sistemi di desalinizzazione, comunque, richiedono un grandissimo consumo di energia, oltre ad incrementare la salinità delle acque marine in cui operano.

Nel tentativo di risolvere simili problematiche, L’agenzia per lo Sviluppo di Abu Dhabi sta testando in questi giorni un nuovo sistema di desalinizzazione industriale a energia solare.

L’obiettivo principale è quello di migliorare la resa dei pannelli solari, che nelle aree desertiche hanno vita difficile per vari motivi, tra cui lo sbalzo termico tra giorno e notte, le altissime temperature, l’azione dannosa della sabbia e via dicendo. Hameen e Sweihan sono i due siti-pilota di questi impianti sperimentali, in grado di produrre qualcosa come 1050 Kw di energia elettrica rinnovabile ogni ora (si tratta di 30 unità da 35 Kw/h l’una).

Il sistema “zero carbon”, tuttavia, se da una parte abbatte il consumo di fonti fossili tradizionali, d’altro canto lascia irrisolto il problema dell’impatto ambientale. Nel Golfo Persico, ad esempio, la concentrazione di sale sta aumentando a dismisura, a fronte di una diminuzione delle precipitazioni dovuta al cambiamento climatico globale. E mentre paesi come il Kuwait stanno rivalutando i metodi di desalinizzazione, altri come Cipro progettano una pipeline verso la Turchia per rifornirsi d’acqua dolce. Pare quindi che la ricerca dell’oro blu dovrà passare anche per l’energia: forse era ovvio, ma l’uomo, a quanto pare, lo ha capito (troppo?) tardi.

Roberto Zambon

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