Bollette meno care a scapito degli incentivi al fotovoltaico (#salvarelerinnovabili)

Bolletta della luce più leggera, imprese più competitive. E' questo l'obiettivo del pacchetto da 3 miliardi di euro a favore di aziende e famiglie presentato poche ore fa dal ministero dello Sviluppo Economico. Si tratta di un miliardo e mezzo di tagli alle bollette, disposti tra decreto legge e successivi decreti attuativi, e un altro miliardo e mezzo di incentivi fiscali agli investimenti produttivi e alla capitalizzazione d'azienda.

Bolletta della luce più leggera, imprese più competitive. È questo l’obiettivo del pacchetto da 3 miliardi di euro a favore di aziende e famiglie presentato poche ore fa dal ministero dello Sviluppo Economico. Si tratta di un miliardo e mezzo di tagli alle bollette, disposti tra decreto legge e successivi decreti attuativi, e un altro miliardo e mezzo di incentivi fiscali agli investimenti produttivi e alla capitalizzazione d’azienda.

RISPARMI PER LE FAMIGLIE – Le misure riguardanti la bolletta della luce inserite nel decreto porteranno ad una riduzione media della spesa per l’energia elettrica di un miliardo e mezzo di euro a regime. Lo sconto riguarderà prevalentemente le piccole e medie imprese (70% dei risparmi complessivi a favore di circa 700 mila soggetti), ma avrà effetti benefici anche per le famiglie (30%).

(IN)EQUITA’ IN BOLLETTA – Il provvedimento ha come obiettivo una maggiore equità nella bolletta, eliminando i privilegi particolari che si erano accumulati nel tempo e che pesavano sulla collettività. Peccato, però, che a essere messo sotto torchio sia soprattutto il fotovoltaico. Già, perché il Governo, con la sua “revisione dei maxi incentivi al fotovoltaico”, con l’obiettivo di ridurre le bollette, di fatto taglia le risorse destinate agli impianti solari già funzionanti, con conseguenze disastrose per gli operatori e i lavoratori delle stesse Pmi che vorrebbe aiutare, ma anche per l’ambiente e la salute dei cittadini.

SPALMA INCENTIVI – Senza scendere troppo nel tecnico, in pratica si obbligano gli operatori con impianti impianti > 200 kW a optare per un’erogazione dell’incentivo su 24 anni (piuttosto che su 20 anni), ovvero per una riduzione di ammontare equivalente all’incentivo, erogato su 20 anni. Nel caso di allungamento a 24 anni sarà possibile beneficiare di provvista dedicata o di garanzia CDP. Gli operatori potranno scegliere di rifiutare la rimodulazione, perdendo il 10% dell’incentivo.

ATTACCO AL FOTOVOLTAICO – I ministeri dell’Economia e dello Sviluppo Economico, sordi agli appelli delle rinnovabili italiane, si dicono persino convinti che il decreto “non penalizzi il fotovoltaico ma attenui i colossali incentivi (oltre 6 miliardi di euro l’anno per un ventennio) erogati a favore dei grandi operatori con la stessa logica che ha portato a far pagare di più chi ha ricevuto di più, ad esempio negli investimenti finanziari speculativi (la recente maggiorazione della ritenuta sulle plusvalenze realizzate in Borsa)”.

Ma per chi si occupa fotovoltaico è cosa ben nota che, con un settore senza incentivi da parecchio tempo, gli speculatori che si vuole idealmente colpire abbiano abbandonato da lungo tempo il nostro Paese. E quindi? Inutile nasconderselo, a benificiare di questi provvedimento non possono essere che solo le antagoniste delle rinnovabili. C’è bisogno di nominarle? Sì. proprio loro, le fossili, che hanno benificiato del più grande regalo possibile. Una dura stoccata alle fonti pulite dell’Italia, mentre il resto del mondo si avvia verso un’economia low carbon.

Come leggere, altrimenti, questa ennesima mazzata alle rinnovabili, proprio nel momento in cui le stesse si affermano come l’unico futuro possibile del nostro mercato energetico?

salvarelerinnovabili

Insomma, cambiano i Governi ma non le scelte contro le fonti rinnovabili. E noi cosa possiamo fare? In attesa del testo ufficiale, non ci resta che firmare contro lo #spalmaincentivi per #salvalerinnovabili la petizione su Change.org e aderire alla campagna lanciata da assoRinnovabili, Associazione dei produttori, dell’industria e dei servizi per le energie rinnovabili.

Roberta Ragni

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