Un nuovo guasto che Gazprom non sarebbe riuscita a riparare nei tempi prestabiliti e arriva lo stop a tempo indeterminato al gas russo in Europa. L’Italia “risponde” preparando un decreto razionamento dei consumi che imporrà di spegnere 1 ora prima e abbassare di 1 grado le temperature dei termosifoni privati e pubblici
Arriva lo stop al gas russo tanto temuto (a tempo indeterminato): il flusso verso l’Europa attraverso il Nord Stream 1 doveva riprendere oggi ma così non è stato. Gazprom ha annunciato di non poter riparare il guasto rilevato nei giorni scorsi.
Nel frattempo il nostro governo prepara il decreto razionamento che, stando a quanto riportato da Adnkronos, imporrà di spegnere 1 ora prima e abbassare di 1 grado le temperature dei termosifoni privati e pubblici.
Lo stop (a tempo indeterminato) al gas russo
La Russia non riprenderà i flussi di gas oggi attraverso il Nord Stream 1, la rotta di approvvigionamento di gas verso la Germania, complicando la situazione in Europa sul carburante invernale. Gazprom, l’azienda statale con il monopolio delle esportazioni di gas russo, ha riferito di aver riscontrato guasti nel gasdotto durante la manutenzione.
Il Nord Stream 1, che scorre sotto il Mar Baltico, avrebbe dovuto riprendere a funzionare alle 02:00 italiane di stanotte dopo tre giorni di interruzione per manutenzione. Ma a quanto pare nel corso dei lavori è stato riscontrato un guasto che Gazprom ha annunciato di non poter riparare a breve (una perdita di fluido in una turbina importante). E non ha fornito alcuna tempistica per la riparazione al momento.
Come c’era da aspettarsi oggi sono partite le reciproche accuse, con la Russia che accusa l’Europa di ostacolare la manutenzione con le sanzioni e i Paesi europei che negano. Ricordiamo inoltre che, prima dell’ultimo ciclo di manutenzione, Gazprom aveva già ridotto i flussi ad appena il 20% della capacità del gasdotto e che a giugno aveva di fatto dimezzato le forniture verso il nostro Paese.
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Quello che è certo è lo stop al gas russo, almeno per il momento e senza alcun orizzonte temporale di ripresa.
Quello che è incerto è il nostro futuro, in balia delle nostre dipendenze dalle fonti fossili e con una strategia di affrancamento poco convincente.
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Il decreto razionamento
Il nostro Paese sta cercando di correre ai ripari con una strategia al solito “last-minute”, con un decreto razionamento che dovrebbe imporre di spegnere 1 ora prima e abbassare di 1 grado le temperature dei termosifoni privati e pubblici (da 20 a 19°).
Secondo quanto riportato da Adnkronos, l’informativa del nostro ministero per la Transizione Ecologica per ora riporta questa come unica misura per la riduzione dei consumi energetici, senza ipotizzare né lo spegnimento anticipato delle vetrine nei negozi (come in Francia e in Spagna) né al potenziamento dello smart working (che, comunque, di fatto, sposterebbe i costi delle bollette sui singoli).
Il decreto dovrebbe essere firmato la prossima settimana.
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Fonti: Reuters 02.09.2022 / Reuters 03.09.2022 / Adnkronos
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