"Io vendo desideri e speranze in confezione spray" cantava Renato Zero qualche anno fa. Ma se invece dei desideri, in confezione spray si vendessero pannelli fotovoltaici? Utopia? Non proprio, se dovesse andare in porto Solarwindows TM, una tecnologia sperimentale messa a punto da New Energy Technologies che, ancora in attesa di brevetto, potrebbe essere lanciata sul mercato in tempi brevi.
Stando, a quanto riportato sulla rivista AZoNano’s, specializzata in nanotecnologie, in questo modo le finestre di casa potrebbero diventare dei veri e propri pannelli solari in grado di captare la luce artificiale per trasformarla in energia elettrica, grazie a delle minuscole celle fotovoltaiche “spruzzate” direttamente sulla superficie trasparente.
Le micro-celle solari (per adesso le più piccole mai prodotte), infatti, sono realizzate con un innovativo procedimento, grazie all’utilizzo di polimeri conduttivi trasparenti che possono essere disciolti in liquidi e essere applicati sulle superfici per mezzo di una soluzione spray. Il materiale usato per queste minuscole celle fotovoltaiche, che hanno dimensioni inferiori ad ¼ di un chicco di riso, possiede le stesse proprietà di semiconduttore del silicio ma mostra una capacità di gran lunga superiore di assorbire la radiazione luminosa e trasformarla in elettricità.
I nuovi materiali, inoltre, sarebbero in grado di generare energia elettrica non solo dalla luce naturale ma anche dalla luce artificiale, sfruttando, ad esempio, anche la luce delle lampade fluorescenti tipiche dell’illuminazione degli uffici e dei locali commerciali. L’esperimento riportato sull’autorevole rivista americana, è un ulteriore passo in avanti della tecnologia Solarwindows TM di New Energy Technologies che è riuscita ad superare quello che finora rappresentava il maggior ostacolo per l’applicazione concreta ovvero la presenza, nei materiali, di residui metallici che, a causa della loro opacità, diminuivano la trasparenza del vetro e perciò ne limitavano l’applicazione per le finestre.
Vi avevamo già aggiornati sugli esperimenti dei ricercatori americani che, nell’imitare la fotosintesi clorofilliana, cercavano di ricavare pannelli fotovoltaici dalla foglie di tabacco, tentando di ottenere soluzioni a base di polimeri, “spalmabili” su superfici di uso comune, ma anche del micro-fotovoltaico “glitter” messo a punto dalla Sandia National laboratories che aprirebbe al strada anche all’applicazione del solare su superfici flessibili come i tessuti.
Se i risultati saranno confermati saremmo, ora, di fronte al superamento di una significativa barriera scientifica: la realizzazione di una superficie fotovoltaica completamente trasparente ottenuta con la sostituzione delle residue parti metalliche e dei contatti elettrici con materiali trasparenti, sintetici ed ecologici. Stiamo addirittura andando verso il superamento dello stesso concetto dell’ ormai “tradizionale” pannello fotovoltaico?