Un concentratore solare fai-da-te, riutilizzando comuni oggetti domestici. E l'idea oggi è open source
Non ci vuole poi tanto per produrre energia con i mezzi che a casa propria ognuno ha a disposizione. Occorre un po’ di buona volontà, i vecchi rifiuti messi in cantina e qualche raggio di sole. Così Daniel Connell ha costruito dei concentratori solari fai-da-te, i SolarFlower.
La sua idea, finora raccontata anche se non nei dettagli, è finalmente open source. Il Solarflower è un concentratore che segue il sole automaticamente attraverso un semplice meccanismo non alimentato elettricamente. Può essere realizzato praticamente ovunque con i comuni materiali riciclati e recuperati utilizzando strumenti e competenze di base. Ma ha anche molti altri vantaggi: è portatile, non ha costi di gestione, non genera emissioni inquinanti, ed è in grado di produrre più kilowatt di potenza per ogni dispositivo.
A cosa serve? Svariati sono gli usi. Dalla produzione elettrica con turbina a vapore grazie al calore prodotto dal forno di casa o dal sistema di acqua calda fino al forno a cupola con sistema idrico integrato per la regolazione della temperatura e dell’acqua, dalla distillazione a vapore dell’acqua per la rimozione di prodotti chimici, metalli pesanti e tossine fino alla conversione di rifiuti organici in carbone per lo stoccaggio dell’energia con la produzione di bio-gas. E per qualsiasi altra applicazione che utilizza il calore, spiega Connell sul suo sito.
Come crearlo? Connell ha messo a disposizione vari tutorial, spiegando i materiali necessari e gli strumenti da avere per l’assemblaggio. Ci sono anche animazioni per ogni fase del progetto che mostrano passo passo come crearlo.
Quanto costa? La cifra varia in base alle risorse disponibili. Se si utilizzano materiali ed oggetti di recupero, che abbiamo già a casa, il concentratore solare costerà al di sotto dei 100 euro.
Provare non costa nulla, no?
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