l'azienda statunitense Spectra Watermakers ha ideato un purificatore dell'acqua a energia solare, o meglio, a batterie da 24 volt alimentate da pannelli solari. L'invenzione, ribattezzata Solar Cube (somiglia appunto a un cubo), è in grado di purificare circa 1400 litri d'acqua ogni ora. Il ciclo è così suddiviso: l'acqua viene prima pompata in una serie di filtri che rimuovono i detriti, dopodiché, viene filtrata per osmosi da otto membrane, che la purificano a un livello ionico da batteri, virus e agenti chimici pericolosi.
Uno dei più grandi problemi che si trovano ad affrontare i soccorritori durante un calamità naturale, è quello del reperimento dell’acqua potabile. Spesso infatti, in caso di terremoto, alluvione o altro, soprattutto in zone già difficile come l’Africa o il Sud-est asiatico, la popolazione si trova da un giorno all’altro senza l’abituale rifornimento di acqua potabile, ed è quindi costretta a bere da fiumi, canali, laghi o pozzi inquinati. Il risultato più comune, in questi casi, è l’esplodere di un’epidemia di colera.
Per rimediare a quella che viene definita “seconda ondata di decessi”, l’azienda statunitense Spectra Watermakers ha ideato un purificatore dell’acqua a energia solare, o meglio, a batterie da 24 volt alimentate da pannelli solari. L’invenzione, ribattezzata Solar Cube (somiglia appunto a un cubo), è in grado di purificare circa 1400 litri d’acqua ogni ora. Il ciclo è così suddiviso: l’acqua viene prima pompata in una serie di filtri che rimuovono i detriti, dopodiché, viene filtrata per osmosi da otto membrane, che la purificano a un livello ionico da batteri, virus e agenti chimici pericolosi.
Non solo. Solar Cube è in grado di funzionare come una piccola centrale di desalinizzazione, ottenendo dall’acqua salmastra della normale acqua dolce. È chiaro che un simile dispositivo, indipendente da fonti fossili e allacciamento alla corrente elettrica, può risolvere situazioni d’emergenza difficili – campi profughi isolati – ma anche aiutare quei contadini che hanno difficoltà a reperire l’acqua per il raccolto. A quanto dicono i produttori inoltre, l’autonomia di Solar Cube è superiore a quella di altri tradizionali purificatori, dato che la tecnologia di pompaggio richiede un basso potenziale elettrico. Tra i primi a provarlo c’è anche il nostro esercito, “in caso di emergenza e disastri naturali”. E speriamo sia un acquisto inutile.
Roberto Zambon