I dati del 2021 parlano chiaro: il nostro Paese è fortemente dipendente per l’energia da altri Paesi, primo tra tutti la Russia che ora impone il pagamento in rubli, e il nostro consumo di gas è altrettanto alto. Ma anche le rinnovabili stanno crescendo. Ecco da dove viene la nostra energia, dal report di Italy for Climate
Numeri che lasciano poco spazio ai dubbi: l’Italia consuma tanto gas e non produce l’energia che consuma. Importa circa il 77% del fabbisogno nazionale, e la Russia è il primo Paese da cui il nostro dipende per soddisfare il proprio consumo di fonti fossili (gas, petrolio e carbone). Che purtroppo sono ancora le nostre fonti prevalenti (ma le rinnovabili crescono).
Un’analisi condotta da Italy for Climate con dati Eurostat e MiSE ha mostrato che nel nostro Paese da alcuni anni il gas ha superato il petrolio diventando la prima fonte energetica nazionale. E che anche le rinnovabili sono cresciute, rappresentando oggi quasi un quinto del fabbisogno energetico nazionale, al di sopra della media europea.
Ma due sono gli allarmi: rispetto alla media europea, l’Italia presenta infatti anche un maggiore consumo di gas, che si attesta al 39% con il petrolio, che, pur essendo ora al secondo posto, rappresenta comunque il 35% di produzione. E, all’evidente problema ambientale dovuto a queste scelte, si somma la nostra dipendenza da altri Paesi proprio per queste obsolete e inquinanti fonti di energia.
La dipendenza energetica dell’Italia è fra le più alte in Europa – tuona Italy for Climate – Nel 2021 più di tre quarti del fabbisogno di energia in Italia è stato soddisfatto dalle importazioni di combustibili fossili (petrolio, gas e carbone) e meno di un quarto da fonti energetiche nazionali (principalmente rinnovabili)
E no, non importiamo nemmeno da Paesi “sicuri” a livello politico: la Russia è infatti il primo Paese da cui il nostro dipende per soddisfare il proprio consumo di fonti fossili (gas, petrolio e carbone). A seguire ci sono Algeria, Azerbaijan e Libia.
Se la crisi Ucraina sfociata poi nel conflitto a cui stiamo assistendo ci aveva già sbattuto in faccia i nostri errori sulle rinnovabili, le minacce della Russia che si fanno sempre più pressanti dovrebbero farci riflettere sui probabili reali motivazioni della crisi stessa.
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Vladimir Putin infatti ha firmato un decreto che impone dall’1 aprile il pagamento del gas in rubli per i Paesi ostili (tra i quali figura anche l’Italia), in risposta alle sanzioni imposte dall’Occidente. I flussi in realtà ad oggi sembrano regolari, ma questo mette un’ulteriore incertezza in più sul nostro futuro energetico.
Al di là delle questioni puramente economiche infatti, i Paesi occidentali sostengono che i contratti in essere prevedono pagamenti in euro e si rifiutano di cedere a questo che si mostra come un ricatto, il ricatto dell’energia.
L’Italia, da quello che emerge, è il Paese che soffrirebbe di più se le minacce diventassero realtà. E tutto questo – non ci stancheremo mai di dirlo – è frutto di scelte politiche letteralmente suicide.
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Fonti: Italy for Climate / Ansa
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