Riscaldamento: il pellet inquina davvero più di gas e petrolio come afferma questo studio?

Uno studio svela che gli impianti a biomassa legnosa negli USA inquinano tre volte più dei combustibili fossili, mettendo in discussione la sostenibilità del settore

Nel cuore del dibattito globale sul futuro dell’energia sostenibile, una scoperta sorprendente minaccia di ribaltare ciò che credevamo di sapere sulle biomasse legnose, un pilastro della transizione energetica considerata “verde”. Uno studio recente, pubblicato sulla prestigiosa rivista Renewable Energy, afferma che gli impianti a biomassa negli Stati Uniti, celebrati per il loro contributo alle energie rinnovabili, potrebbero non essere il baluardo della sostenibilità che pensavamo. Al contrario, questi impianti stanno generando un livello di inquinamento atmosferico che non solo supera quello dei combustibili fossili, ma lo fa in misura allarmante.

La ricerca ha evidenziato come la combustione di pellet di legno, adoperata per la produzione energetica, sia responsabile dell’emissione di un’ampia varietà di inquinanti atmosferici pericolosi, inclusi particolato e diossine, gravemente dannosi per la salute umana. Inoltre, nel corso della fabbricazione dei pellet, in particolare nel sud-est degli Stati Uniti, si rilasciano migliaia di tonnellate di sostanze inquinanti, come l’ossido di azoto e composti organici volatili. In totale, sono stati identificati almeno 55 inquinanti che superano di due volte i limiti di concentrazione permessi dalle normative sulla qualità dell’aria, con un impatto particolarmente negativo sulle comunità economicamente svantaggiate e sulle minoranze che abitualmente risiedono nelle vicinanze degli impianti di produzione di pellet.

Negli USA, la combustione di biomassa forestale contribuisce per circa il 17% all’intero volume delle emissioni inquinanti, nonostante rappresenti soltanto l’1,3% del mix energetico nazionale.

Di fronte a queste scoperte, i portavoce dell’Associazione statunitense del pellet industriale hanno scelto di non commentare. Tuttavia, un’analisi dei contenuti presenti sul loro sito web sostiene un’inesattezza, ovvero l’erronea convinzione che l’industria del pellet sia “neutrale” in termini di emissioni, basandosi sull’assunto che le foreste abbattute per produrre pellet possano ricrescere e assorbire il carbonio emesso. Questa teoria della neutralità climatica, però, trova fondamento solo se le aree forestali utilizzate vengono lasciate rigenerare per oltre un secolo, come sottolineato da uno studio del 2018.

La situazione europea e le sfide future

Anche in Europa, il contesto non si discosta molto. L’Unione Europea e il Regno Unito hanno investito miliardi in sovvenzioni pubbliche per convertire numerosi impianti a carbone in impianti a pellet, facendo della biomassa quasi il 60% del proprio mix di energie rinnovabili. Questo rende l’Europa il maggior mercato di pellet in legno a livello globale. Nonostante gli avvisi degli esperti, la domanda di pellet continua a crescere, stimolata anche dalla Direttiva sulle energie rinnovabili REDII.

Fronteggiando questa realtà, gli ambientalisti, guidati dalla Forest Defenders Alliance, una coalizione di oltre 100 ONG, hanno lanciato una petizione chiedendo un riesame della Direttiva sulle energie rinnovabili da parte dell’Europa, in particolare per quanto riguarda la combustione del legno, destinataria di 17 miliardi di euro in sussidi per la produzione di energia rinnovabile.

D’altra parte, è importante riconoscere che la biomassa offre alcuni vantaggi, come la possibilità di trasformare rifiuti in energia pulita, contribuendo alla riduzione della dipendenza dai combustibili fossili e alla mitigazione del cambiamento climatico in piena ottica di economia circolare.

La biomassa è considerata neutrale dal punto di vista del carbonio perché il CO2 emesso durante la sua combustione è teoricamente riassorbito dalle piante durante la loro crescita. Tuttavia, questo ciclo di carbonio neutro presuppone una gestione sostenibile delle risorse forestali e un bilancio temporale adeguato per la ricrescita delle foreste.

Mentre gli impianti a biomassa possono emettere inquinanti e CO2, la loro valutazione complessiva in termini di sostenibilità ambientale e impatto sul cambiamento climatico dipende da molti fattori, inclusi il tipo di biomassa utilizzata, la gestione delle risorse forestali e le tecnologie impiegate per la loro combustione e conversione energetica. La discussione sull’energia da biomassa è quindi sfaccettata e richiede un’analisi attenta dei benefici rispetto ai potenziali impatti negativi.

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Fonte: Renewable Energy

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