Nel primo trimestre 2019, l’Italia ci dimostra che produrre energia da fonti rinnovabili è possibile: eolico e solare da boom, con un aumento di un quarto rispetto allo stesso periodo del 2018. I risultati arrivano da un’indagine dell’Enea sul sistema energetico nazionale.
Nel primo trimestre 2019, l’Italia ci dimostra che produrre energia da fonti rinnovabili è possibile: eolico e solare da boom, con un aumento di un quarto rispetto allo stesso periodo del 2018. I risultati arrivano da un’indagine dell’Enea sul sistema energetico nazionale.
L’idroelettrico va giù (eppure era stato un cavallo di battaglia energetico in Italia), ma solare ed eolico schizzano, mostrando che contro le fossili possiamo farcela.
Le fonti rinnovabili non programmabili hanno il 15,2% della generazione elettrica, sfiorando il massimo storico del 15,4% del II trimestre 2016, ed in generale sono in aumento i consumi di energia da fonti rinnovabili.
I dati provengono dall’‘Analisi trimestrale del sistema energetico italiano’, condotta dall’Enea, che esamina i fattori caratterizzanti il sistema energetico nazionale, con l’obiettivo di valutare le tendenze relative alle tre dimensioni della politica energetica: decarbonizzazione, sicurezza e costo dell’energia.
L’indagine viene condotta per verificare se stiamo andando verso gli obiettivi europei sull’energia, tra i quali incremento delle rinnovabili come fonti di energia in modo da raggiungere almeno il 32% entro il 2030.
Siamo nel 2019 e siamo “ancora” al 15,2 % e dobbiamo raggiungere il 32 entro 2030. Siamo sulla buona strada? “Sul calo dei consumi e delle emissioni hanno inciso le temperature miti dell’inverno che hanno limitato l’utilizzo del riscaldamento – spiega Francesco Gracceva, l’esperto ENEA che coordina l’analisi – inoltre è diminuito l’utilizzo di prodotti petroliferi nei trasporti e più ancora nella petrolchimica e nella generazione elettrica”.
L’Italia – lo ricordiamo – non è di certo un Paese che lesina regali alle fonti fossili, come sussidi alle trivellazioni, CIP6 alle fonti assimilate, extra-costi per le isole minori, sussidi indiretti alle aree geograficamente svantaggiate, esenzioni per imprese energivore, finanziamenti pubblici, contributi a impianti e centrali, incentivi alla gassificazione da fossili, esenzioni oneri di sistema, garanzie e prestiti pubblici, elusioni reti interne. Per una spesa di 18,8 i miliardi di euro in un anno.
Ma forse le persone stanno capendo e cercano fonti non inquinanti per produrre energia, tanto che il nostro Paese ha superato la media europea. Sperando che tutto questo porti lontano, al di là degli obiettivi europei: basta fossili!
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Redazione greenMe.it
Cover: Phys.org