Per mitigare la stangata sulle bollette di luce e gas il Governo valuta di tagliare gli oneri di sistema, ma non può essere la vera soluzione
Quello delle bollette di luce e gas è uno dei più caldi degli ultimi giorni per il nostro Paese. Qualche giorno fa è stato il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani a mettere in guardia su un aumento del 40% dei costi in bolletta nel prossimo trimestre, determinato dall’aumento delle quotazioni delle materie prime energetiche e soprattutto del gas naturale. Una notizia che provocato rabbia e sconforto tra gli italiani, già duramente colpiti dalla crisi causata dallo scoppio della pandemia.
Ma per evitare i rincari il Governo Draghi è pronto a introdurre una misura, che sarà tra i punti all’ordine del giorno del Consiglio dei ministri in programma oggi pomeriggio alle 16. Il provvedimento non riguarderebbe il taglio dell’Iva, come ipotizzato inizialmente, ma consisterebbe nello stop agli oneri di sistema, che si caratterizzano per diverse voci di spesa (non strettamente legate alle forniture di luce e gas) e che incidono troppo sul costo della bolletta.
Cosa sono gli oneri di sistema
Ma cosa comprendono esattamente gli oneri di sistema nelle bollette di luce e gas? A chiarirlo è l’ARERA (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente):
Nel caso delle bollette della luce, include “corrispettivi destinati alla copertura dei seguenti costi relativi ad attività di interesse generale per il sistema elettrico pagati da tutti i clienti finali del servizio elettrico: messa in sicurezza del nucleare e misure di compensazione territoriale; incentivi alle fonti rinnovabili e assimilate; copertura delle agevolazioni tariffarie riconosciute per il settore ferroviario; sostegno alla ricerca di sistema; copertura del bonus elettrico (che però non viene pagato dai clienti cui è stato riconosciuto il bonus sociale); copertura delle agevolazioni per le imprese a forte consumo di energia; integrazioni delle imprese elettriche minori e promozione efficienza energetica.”
Invece, nelle bollette del gas comprende i “corrispettivi destinati alla copertura dei seguenti costi relativi ad attività di interesse generale per il sistema gas che vengono pagati dai clienti finali del servizio gas: a copertura del bonus gas (che però viene pagato solo dai condomini ad uso domestico); per la realizzazione di progetti di risparmio energetico e lo sviluppo delle fonti rinnovabili nel settore del gas e a sostegno della realizzazione delle reti di teleriscaldamento; a compensazione dei costi di commercializzazione della vendita al dettaglio; per meccanismi di recupero degli oneri morosità nei servizi ultima istanza.”
Sulla questione era già intervenuta più volte in passato l’ARERA, chiedendo al Governo di eliminare dalla bolletta elettrica gli oneri non direttamente connessi agli obiettivi di sviluppo sostenibile e quelli finalizzati al contrasto della povertà energetica.
Basta scuse. È il momento di puntare sulle rinnovabili
Ma lo stop agli oneri di sistema può essere considerato una soluzione definitiva? No. Si tratterebbe, piuttosto, di una misura “emergenziale”. E forse è finalmente arrivato il momento di smettere di dipendere così tanto dal gas fossile e di optare per le energie rinnovabili. A puntare il dito contro il ministero della Transizione ecologica è l’organizzazione Greenpeace Italia, che accusa Cingolani di sfruttare l’impennata dei prezzi del gas per far passare il messaggio che “la transizione ecologica costa”:
Cingolani mente sapendo di mentire. Lo stesso vicepresidente dell’Unione Europea Frans Timmermans ha replicato dicendo che, se avessimo fatto il Green Deal cinque anni fa, puntando molto di più sulle rinnovabili, oggi non saremmo in questa situazione. – evidenzia Greenpeace Italia in una nota –. Il prezzo del gas fossile, infatti, oscilla di continuo, ma questa impennata – che riguarda l’intera Europa – è dovuta a diversi fattori. Anzitutto, in queste settimane c’è stata una forte ripresa dell’economia – un rimbalzo dopo la caduta dovuta alla pandemia di Covid-19 – accompagnata da una contestuale riduzione delle forniture dalla Russia, non si sa se per ragioni tecniche o se legate alla polemica sul gasdotto Nordstream, che dovrebbe aggirare l’Ucraina con evidenti mire politiche. È salito anche il prezzo della CO2, ma le ricadute di questo aumento sono marginali su quello che sta accadendo, dato che questa situazione dipende dal prezzo del gas in Europa. Di certo c’è che il prezzo del gas, e dunque dell’elettricità prodotta con questo combustibile fossile, è schizzato alle stelle. Ma, va ricordato, il prezzo della componente energia influenza le bollette per circa il 50 per cento. In Italia le rinnovabili, dopo un breve momento di boom, sono state “frenate” proprio perché avevano invaso quote di mercato che erano coperte dalla produzione di elettricità da gas fossile.
Sostenibilità e energia pulita non possono rimanere parole vuote. Per una vera transizione ecologica, serve il coraggio di fare delle scelte per le persone e per il bene del Pianeta, non per proteggere lobby dell’industria dei combustibili fossili. Per chiedere al Governo Draghi 10 scelte coraggiose e urgenti per rendere concreta la transizione ecologica Greenpeace ha lanciato una petizione che vi invitiamo a firmare.
🤯Bollette che aumentano del 40%? La causa è l'aumento del prezzo del gas fossile, ma puntare su rinnovabili ed…
Posted by Greenpeace Italia on Tuesday, September 14, 2021
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Fonti: ARERA/Greenpeace Italia
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