Rigassificatori, metanodotti e trivellazioni: l’Italia sta spendendo davvero un sacco di soldi per le fonti fossili (MAPPA)

Mappate 170 infrastrutture e istanze a fonti fossili in valutazione, ad oggi, presso il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica tra centrali a gas fossile, metanodotti, depositi, autorizzazioni per nuove trivellazioni e rigassificatori. Sì, in Italia stiamo spendendo davvero un sacco di soldi per le fonti fossili

50 i progetti di infrastrutture presentati dall’inizio del 2022 e 19 quelli approvati dal 26 settembre. Una cosa è certa: l’Italia risponde alla crisi climatica in atto accelerando sulle fonti fossili.

Lo dicono i numeri e la mappa “L’Italia fossile” realizzata e aggiornata da Legambiente, che ha mappato 170 infrastrutture e istanze a fonti fossili approvate dal 2020 ad oggi e in valutazione presso il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica tra centrali a gas fossile, metanodotti, depositi, autorizzazioni per nuove trivellazioni e rigassificatori.

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Delle 170 opere prese in esame, 130 sono progetti relativi a infrastrutture – di questi 50 sono stati presentati dall’inizio del 2022 e 19 quelli approvati dal 26 settembre 2022 – e 40 le istanze per ricerca, coltivazione e stoccaggio.

Un quadro preoccupante per cui Legambiente chiede al Governo italiano un cambio di rotta con l’approvazione del Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici e una transizione ecologica veloce che punti su rinnovabili, efficienza energetica, sviluppo di reti e accumuli, realizzazione di impianti industriali innovativi e sostenibili.

La crisi climatica – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – sta accelerando il passo, mentre tardano ad arrivare gli interventi. Sono passati cinque governi ed ancora non è stato approvato il piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, per non parlare ad esempio dei tanti stalli e delle lungaggini burocratiche che frenano ad oggi la realizzazione degli impianti a fonti rinnovabili.

Intanto, il Governo sta dando un’accelerata alla realizzazione dei rigassificatori a Piombino e Ravenna con procedure autorizzative semplificate ridotte a sei mesi, oltre a prevedere fondi per il Ponte sullo Stretto di Messina.

Italia fossile, la mappa

mappa fossili

©Legambiente

Il settore termoelettrico

sono circa 49 i progetti su centrali a gas con interventi per circa 10,6 GW di nuova potenza a gas fossile. Tra questi la Centrale termoelettrica di Monfalcone per la quale è prevista la riconversione a gas con una centrale da 860 MW anche grazie al sussidio economico del Capacity Market che A2A si è aggiudicata per il 2024. Tra le centrali censite ben 28 si sono aggiudicate almeno un’asta del Capacity Market dal 2022 al 2024. A fronte di alcune centrali con più di un progetto di revamping presentato al Ministero, sono 34 i progetti che sono in attesa di autorizzazione e 19 quelli che hanno già ottenuto le autorizzazioni VIA o AIA dal 2020 ad oggi. A queste si aggiunge la nuova Centrale Termoelettrica di Presenzano (CE) da 850 MW entrata in funzione a febbraio 2023.

I rigassificatori

Ad oggi, secondo le ricerche condotte da Legambiente sono stati individuati 13 progetti tra nuovi rigassificatori, potenziamenti e ammodernamenti di quelli esistenti presentati al Mite per procedure VIA e AIA. Di questi 13, ben 10 quelli di nuova realizzazione (tra cui rientra anche quello di Piombino) e 3 sono già attivi. I nuovi rigassificatori e gli aumenti di potenza di quelli esistenti porterebbero l’Italia ad aumentare la propria capacità di rigassificazione di circa 37 miliardi di metri cubi l’anno che si aggiungerebbero agli attuati 16.

Depositi GNL

Sono 5 i depositi di GNL, i quali congiuntamente ai rigassificatori aumenterebbero la capacità di stoccaggio di GNL di circa 800 mila metri cubi di gas. Di questi cinque, due sono già stati approvati. Infrastrutture che si sommano ad ulteriori 5 impianti di stoccaggio su terra sui quali sono stati presentati progetti per l’allacciamento di nuovi pozzi e ammodernamenti.

Metanodotti

Quanto ai metanodotti, ad oggi, sono in programma la realizzazione di circa 2.400 km di nuove condotte, di cui 1.000 km in sostituzione di tubazioni in dismissione e circa 1400 km in aggiunta alla rete già esistente. Anche in questo caso, le infrastrutture fanno riferimento a progetti che sono in attesa di VIA o che hanno ricevuto l’autorizzazione negli ultimi tre anni e che dunque potrebbero essere già realizzate o in via di realizzazione.

Idrocarburi

Ad oggi sono state presentate 36 istanze per ottenere permessi di ricerca e coltivazione di idrocarburi e 4 istanze per lo stoccaggio, che qualora fossero approvate vedrebbero ulteriori 76.454 kmq di territorio italiano dedicati alla produzione e stoccaggio di fonti fossili, ovvero una superficie simile all’estensione dell’Austria. In parallelo, ulteriori 16 richieste per autorizzare perforazioni di nuovi giacimenti, o la realizzazione di nuove infrastrutture per avviare la produzione delle quali 6 già autorizzate e 10 in attesa di autorizzazione. Significativo il fatto che da gennaio 2023 ne siano state approvate 4 su 6 e presentate le richieste per ulteriori 4 su 10.

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Fonte: Legambiente

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