Ricercatori creano minuscola batteria nucleare 8000 volte più efficiente e duratura

Scienziati cinesi hanno progettato una batteria in miniatura che promette un'efficienza energetica 8.000 volte superiore rispetto ai modelli precedenti

Un gruppo di scienziati cinesi ha creato una minuscola batteria nucleare, dichiarata fino a 8.000 volte più efficiente rispetto a quelle sviluppate in passato. Questo importante traguardo, pubblicato sulla rivista Nature, potrebbe rivoluzionare il modo in cui alimentiamo i nostri dispositivi elettronici.

Da tempo, i ricercatori cercano di realizzare batterie nucleari molto piccole, capaci di alimentare dispositivi per anni senza bisogno di essere ricaricate. Pensate a telefoni, auto elettriche o persino sonde spaziali che non richiedono mai di essere collegati alla presa. Il problema principale, però, è sempre stato il rischio legato all’uso di materiali radioattivi, oltre alla difficoltà nel bilanciare dimensioni compatte ed efficienza energetica.

La svolta di questi scienziati cinesi sta nell’uso dell’americio, un materiale radioattivo, all’interno di un cristallo. Le radiazioni prodotte vengono trasformate in luce verde, che viene poi convertita in elettricità grazie a una cella solare collegata al sistema. Per evitare qualsiasi rischio di esposizione a radiazioni, tutto il dispositivo è sigillato in una struttura di quarzo.

Qual è il potenziale?

Al momento, una singola batteria di questo tipo produce poca energia – ce ne vorrebbero circa 40 miliardi per accendere una lampadina da 60 watt – ma la sua efficienza è straordinaria. Grazie alla lunga durata dell’americio, che impiega oltre 7.000 anni per dimezzarsi, queste batterie possono funzionare per decenni. Ciò le rende ideali per alimentare dispositivi in luoghi difficili da raggiungere, come lo spazio o aree remote sulla Terra.

Anche se i materiali che circondano il dispositivo si usurerebbero prima della fine della vita del materiale radioattivo, questo risultato segna un grande passo avanti nel campo delle batterie nucleari. Potrebbe portarci a un futuro in cui dispositivi autonomi, che non necessitano di ricarica, diventino la norma.

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Fonte: Nature

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