Se non chiudiamo le centrali a carbone adesso, le temperature aumenteranno di +1,5°C entro fine secolo

Il nuovo report sulle centrali elettriche alimentate a carbone e sulle loro emissioni lancia l'allarme: dobbiamo svincolarci da questa fonte energetica se vogliamo davvero contenere il riscaldamento globale

Sono ancora troppe le centrali elettriche alimentate a carbone, in attività o progettate, se il mondo vuole davvero raggiungere l’obiettivo di contenere il riscaldamento globale entro +1,5°C per la fine del secolo. È quanto emerge dal report dell’associazione no profit Global Energy Monitor, che denuncia: dal 2020 al 2021 la produzione di energia elettrica da carbone, anziché diminuire, è aumentata del 9%!

L’utilizzo di questo combustibile fossile come fonte energetica sembrava essere in declino, ma i recenti sconvolgimenti geopolitici e la necessità di svincolarsi quanto prima dalle fonti energetiche russe ha rimesso in gioco il carbone: oltre alle centrali attualmente in funzione o in costruzione, infatti, sono previste anche nuove centrali elettriche alimentate con questo combustibile – decisamente troppe, secondo gli esperti.

Stando ai dati diffusi dal report, nello scorso anno l’energia prodotta partendo dal carbone all’interno di nuove centrali è diminuita del 13% circa, passando da 525 GW a 457 GW – un record minimo. Nello stesso periodo è diminuito anche il numero dei Paesi che hanno progettato nuovi impianti, passato da 41 a 34.

(Leggi anche: E intanto l’India dà il via libera all’espansione delle miniere di carbone nelle foreste indigene di Hasdeo)

Purtroppo però, questi segnali incoraggianti sono stati controbilanciati dalla compresenza delle vecchie centrali a carbone, non ancora fuori servizio. La presenza di centrali obsolete ma ancora funzionanti ha portato quindi ad un aumento nella produzione di elettricità dal carbone del 9%, con un aumento conseguente delle emissioni di gas inquinanti nell’atmosfera.

Gli autori del report concludono con una triste constatazione: il mondo non sembra essere ancora pronto a dire addio al carbone come fonte energetica – anche se i Paesi riunitisi lo scorso novembre alla Cop26 hanno tutti concordato sulla necessità di una phase-down di questo combustibile.

Insomma, l’uso massiccio del carbone continua malgrado gli avvertimenti sempre più severi degli scienziati, che minacciano un ampio superamento del tetto imposto al riscaldamento climatico se le emissioni inquinanti non si fermano ora, come ben spiegato da Flora Champenois di Global Energy Monitor, fra gli autori del report:

La produzione energetica nelle centrali a carbone si sta restringendo, ma semplicemente non c’è più margine alle emissioni di carbonio per la costruzione di nuove centrali a carbone. Dobbiamo fermarci ora. La direttiva dell’ultimo rapporto dell’IPCC per una possibilità di lotta per un clima vivibile è chiara: smettere di costruire nuove centrali a carbone e ritirare quelle esistenti nel mondo sviluppato entro il 2030 e nel resto del mondo subito dopo.

La maggiore responsabilità in questo frangente è da attribuirsi alla Cina, Paese che più di tutti ha promosso la creazione di nuove centrali elettriche alimentate a carbone nel giro dei prossimi anni. Nel resto del mondo, si contano ancora più di 2.400 centrali a carbone in funzione in 79 Paesi, che producono quasi 2.100 GW di energia.

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Fonte: Global Energy Monitor

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